Varare una cabina di coordinamento della ricostruzione che, una volta munita di un metodo e di un calendario stringente di lavoro, deve diventare l’unico e unitario tavolo centrale di collegamento tra commissario, Anci e Regioni, garantendo il raccordo con i Comitati istituzionali regionali. Ecco la richiesta primaria emersa dall’incontro che il presidente dell’Anci Antonio Decaro le delegazioni di Anci Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria hanno avuto con il sottosegretario alla Ricostruzione Vito Crimi nella sede nazionale dell’Associazione.
All’incontro, hanno preso parte il capo Dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli e il commissario alla Ricostruzione Piero Farabollini.
“La posizione dell’Anci rappresentata dal presidente Decaro è sempre stata molto ferma nella necessità di recuperare una paralisi che dura da oltre un anno” – ha detto Maurizio Mangialardi, in qualità di coordinatore delle Anci regionali e presidente di Anci Marche.
“La necessità di accelerare è ineludibile e occorre che comuni e regioni siano messi nelle condizioni di poter operare perché il tempo è ampiamente scaduto”. Tra le richieste da chiarire c’è la definizione della perdita di gettito IMU/TASI di ciascun comune e della TARI, provvedendo al ristoro del fondo messo a disposizione altrimenti i comuni non riescono a garantire i servizi minimi.
Inoltre occorre che l’Anac fornisca un protocollo tipo da seguire per gli appalti delle opere pubbliche e che sarebbe opportuno che quando un ufficio o un sindaco indirizza all’organo competente una richiesta di parere, questi hanno il dovere/obbligo di rispondere così come decisioni chiari sulle perimetrazioni.
“Le richieste e le necessità sono molto stringenti – insiste Mangialardi – e su queste dobbiamo essere un interlocutore ad una sola voce, quella appunto della cabina di coordinamento. “Se ai comuni verranno delegati alcuni compiti su base volontaria come auspichiamo – ha concluso – è necessario però che operino con la giusta dotazione di personale sia degli uffici comunali che degli uffici speciali per la ricostruzione fissando un vincolo temporale ragionevole per evitare la mobilità del personale assunto a tempo indeterminato e assicurando l’immediato turnover del personale che andrà in pensione in virtù della cd. “Quota 100”.