«Il modello italiano dell’ormeggio fa scuola, e rappresenta un esempio che è stato tenuto in grande considerazione a livello europeo, e di cui dobbiamo essere orgogliosi». Lo afferma Isabella De Monte, eurodeputata Pd e componente della commissione Trasporti e turismo, che a Trieste ha partecipato al convegno nazionale Angopi (Associazione nazionale Gruppi ormeggiatori e barcaioli porti italiani) dal titolo “Il servizio di ormeggio dopo il Regolamento Ue 2017/352-Esperienze a confronto“, svoltosi alla Stazione marittima alla presenza di numerose autorità civili e militari. Il dibattito è stato organizzato nel capoluogo regionale in occasione dei cento anni di attività del Gruppo ormeggiatori di Trieste.
Secondo De Monte «il ruolo degli ormeggiatori all’interno dei nostri porti è straordinariamente importante: sono un valore che dobbiamo difendere e valorizzare sempre. In Europa, quale componente della commissione Trasporti e turismo, ho lavorato al Regolamento 352 e ho trovato in Angopi un interlocutore prezioso, sempre presente e qualificato, che ha avuto un ruolo centrale all’interno di questo percorso legislativo. Il lavoro in commissione è stato durissimo: alcuni Paesi hanno tentato di contrastare con forza alcuni punti chiave del Regolamento, in particolare quello sulla trasparenza dei bilanci, ma noi abbiamo condotto la nostra battaglia con altrettanto vigore. Il risultato – sottolinea De Monte – è un accordo che tutela il nostro sistema dell’ormeggio. Ci siamo opposti alla liberalizzazione selvaggia dei servizi tecnico-nautico – ribadisce De Monte – e abbiamo vinto la partita. È stata mantenuta l’idea della funzione pubblica dell’attività di ormeggio e la centralità del tema della sicurezza e della tutela del lavoro».
«Faccio mie le belle parole del comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, l’Ammiraglio Pettorino, e del presidente di Angopi Cesare Guidi, che ho sentito qui oggi: bisogna sempre mettere al centro l’uomo. Salvare le persone in mare – afferma De Monte – non può essere regolamentato per legge, ma è sempre un dovere e una responsabilità, che coloro che lavorano in mare conoscono bene e che i nostri responsabili del soccorso e sicurezza si assumono sempre con coraggio e senza esitazione».