“Negli ultimi giorni ho letto molte dichiarazioni di Ministri, membri del Governo, anche di Parlamentari, Presidenti di Regioni e Consiglieri regionali, sugli incendi, tra cause, gestione dell’estinzione e prevenzione dei roghi. Al netto di una certa approssimazione, ma non faccio certo polemiche e non do giudizi, data la complessità della materia, trovo incredibile che nessuno mai parli di Italia come di un ‘Paese forestale’. Nessuno riconosce in 11 milioni di ettari di bosco una caratteristica del nostro Paese. Da proteggere certo quel bosco, e da valorizzare. Non ci sono solo l’agricoltura e le imprese agricole. Non solo agricoltura colpita dai roghi. E imprese agricole che devono fare prevenzione. I boschi richiedono una precisa gestione forestale, come scritto nel testo unico forestale e nella Strategia forestale che nessun politico finora ha citato. Perché tutti forse la ignorano. La leggano. E scopriranno cosa occorre fare prima e dopo i roghi. Compreso investire mezzo miliardo l’anno, dal PNRR o dalle leggi di bilancio. L’Italia ha investito nelle leggi di bilancio sulle foreste, solo 5 milioni di euro l’anno. Non va bene. È assurdo e occorre cambiare rotta. Come forse non sanno, alcuni Parlamentari e membri del Governo, che in quella legge forestale italiana del 2018 vi è una risposta efficace anche agli incendi boschivi in tempo di cambiamenti climatici. Ma se si pensa che l’agricoltore e l’impresa agricola debba fare prevenzione, si va poco lontano. Sull’estinzione degli incendi, se non si costituiscono i Corpi Antincendi boschivi nelle Regioni, e gruppi di volontari formati capillari in tutti i Comuni montani, come il Piemonte insegna, si continuerà a parlare del nulla. Vigili del Fuoco con Corpi regionali Aib-Protezione Civile sono indispensabili. E oggi stiamo già ripensando, come Uncem che firma il Contratto nazionale, anche gli Operai forestali nelle diverse Regioni, proprio alla luce del Testo unico forestale. Smettiamola però di non dire e capire che non siamo solo un paese agricolo. Diciamo che siamo un Paese di foreste, un terzo dell’Italia è bosco, e azioniamo politica ed economia di conseguenza. Politica forestale, economia forestale servono. E servono quando gli incendi sono spenti. La prevenzione si fa prima. Dopo si deve fare altro. Prima e dopo i roghi, affidarsi a Società di Scienze Forestali, piuttosto che agli Ordini provinciali dei Dottori Agronomi e Forestali, è decisivo per pianificare, certificare, ridurre il rischio di incendio, di dissesto idrogeologico, di tenuta della biodiversità nelle foreste. Siamo un Paese forestale, non solo agricolo”.
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