“Il Distretto della pesca dell’Alto Adriatico
è quell’unica entità che riesce, da un lato, a dare organicità
alle azioni che vengono programmate a sostegno di un’attività a
complessità crescente e, dall’altro, a sostenere con unanimità e
coinvolgimento da parte delle amministrazioni regionali che ne
fanno parte il fronteggiare delle complicate problematiche:
continuare uniti a farci carico di portare queste istanze a
livello nazionale ed europeo è la strada giusta”.
Lo ha affermato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari
del Friuli Venezia Giulia Stefano Zannier nel videomessaggio con
cui è intervenuto alla prima sessione dei lavori della IV
giornata degli Stati Generali della Pesca 2022.
Portando il suo contributo al panel “Il ruolo del Distretto per
la gestione della pesca nell’Adriatico settentrionale”, Zannier
ha ribadito la centralità del Distretto nella soluzione di due
principali problematiche: la necessità di regole che si calino
nella specificità di un ambiente marino del tutto differente da
quello sulla base del quale le norme sono state pensate e scritte
e l’armonizzazione con le leggi in materia di tutela ambientale.
“I nostri operatori – ha ricordato l’assessore – si trovano a
lavorare in quadro normativo basato su altri mari, ma l’Adriatico
necessita anche di un approccio diverso dal punto di vista
metodologico rispetto alle analisi che vengono effettuate sugli
stock ittici e alle sue gestioni e interazioni: non possono
essere presi a riferimento dati generali e poi applicati tout
court a un contesto così particolare”.
L’altro tema su cui Zannier ha puntato l’attenzione e che
necessita di una forte sinergia del Distretto è l’armonizzazione
con le norme ambientali.
“L’adozione di nuove aree protette – ha sottolineato – rischia di
introdurre limitazioni al comparto profondamente negative se le
azioni non sono coordinate: il comparto della pesca ha trovato
autonomamente una quadratura nella complessa ricerca di un
equilibrio tra la garanzia della sostenibilità ambientale e
quella economica. Introdurre senza coordinamento nuove
regolamentazioni nel settore ambiente non fa che aumentare la
complessità”.
Nel ricordare che il comparto della pesca in Friuli Venezia
Giulia coinvolge circa 400 operatori, l’assessore ha voluto
rimarcare come la capacità di garantire elevatissimo controllo
per la tutela della salute alimentare sia un plus che li
caratterizza. “Svolgono spesso raccolta dati e attività di
controllo in modo spontaneo e questo è indubbiamente un merito di
un settore che ha veramente a cuore la sostenibilità ambientale”,
ha concluso.