Pane e zolfo, diritti e lavoro, la lotta dei minatori di Cabernardi

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Il passato aiuta a capire il presente: Convegno a Pergola con storici e sindacati

Pergola, quarta tappa delle celebrazioni del “70 esimo de la Lotta dei Sepolti Vivi” ossia dell’anniversario dell’occupazione della miniera di Cabernardi di Sassoferrato (An) (28 maggio -5 luglio 1952), ospita nella sala consigliare SABATO 16 LUGLIO dalle ore 9, un convegno organizzato dall’Istituto Gramsci Marche, Istituto Storia Marche, Comune di Pergola, Iscop, Biblioteca Archivio Vittorio Bobbato intitolato “Pane e Zolfo, diritti e lavoro, la lotta dei minatori di Cabernardi”.

Convegno che è stato presentato martedì 12 luglio in una conferenza stampa nella sede della Cisl di Pesaro.

«Se si intitola “Pane e Zolfo”, non è affatto una coincidenza – sottolinea la Senatrice Silvana Amati, Presidente dell’Istituto Gramsci Marche -. Ricorda il docu-film di Gillo Pontecorvo girato nel 53 sull’occupazione della miniera di Cabernardi commissionato dalla Camera di Lavoro di Ancona. Lo si credeva perduto poi, per caso, è stato ritrovato ad Urbino, in cima ad un armadio dell’archivio cinematografico della Fondazione Egisto Cappellini dal professore Schiavoni allora Presidente della Mediateca Marche. Restaurato e digitalizzato, è stato infine consegnato al Museo della Miniera di zolfo di Cabernardi. Come questo film perduto e poi ritrovato, che nel suo titolo accosta il pane al duro e pericoloso lavoro in miniera, questo convegno vuole far riaffiorare la cronaca di uno sciopero di oltre 300 minatori che, 70 anni fa, hanno difeso con solidarietà il posto di lavoro di 850 persone. Valori che oggi, in un Paese come il nostro, purtroppo sono sempre più sfocati. Il lavoro stesso ha addirittura perso il suo senso di luogo collettivo. Pertanto, parlare di queste memorie, contestualizzare, ricordare l’azione dei sindacati è fondamentale soprattutto in un momento dove le democrazie appaiono sempre più fragili».

Per Sabrina Santelli, assessore alle attività produttive del Comune di Pergola «Comprendere il passato aiuta a costruire un futuro migliore. Ospitare questo congresso è importante per la nostra città poiché ci consente di far conoscere la storia della lotta ai più giovani e ricordare che la decisione de la Montecatini di chiudere la miniera è stato una Caporetto per il territorio che ha visto la popolazione dimezzata, sono rimasti gli anziani, le donne e i bambini e demograficamente il comprensorio non si è finora ripreso».

Una storia di lotta a difesa del lavoro e di solidarietà che anche per le tre maggiori sigle sindacali è importante a distanza di 70 anni approfondire.

«La memoria– interviene Leonardo Bartolucci, Responsabile Cisl Area Sindacale Territoriale di Fano – è fondamentale soprattutto se lo si lega alla solidarietà. Ed è l’elemento su cui facciamo più fatica a trovare dentro i luoghi di lavoro. Oggi dobbiamo affrontare delle sfide epocali che richiedono di saper leggere bene la realtà e che le persone si sostengono». Per Roberto Rossini, Segretario Cgil Pesaro e Urbino, «abbiamo vissuto recentemente le chiusure di aziende come Caterpillar, Pica, Berloni che hanno avuto le stesse dinamiche, sono luoghi di lavoro sono organizzati. Ma il mondo del lavoro sta mutando. C’è il lavoro agile, quello a distanza, quello diffuso come nei settori dei servizi, e, all’interno delle fabbriche, il job sharing. Il mondo del lavoro di adesso è più complesso e proprio per questo è importante la memoria delle lotte sindacali di prima. Soprattutto quando riguarda le aree interne per consentirci di ragionare meglio, avere dati sull’evoluzione delle loro economie in un momento dove dobbiamo pensare a quello che vorremo far nascere in questi territori». Per Paolo Rossini, Segretario Uil Marche, «purtroppo solo quando nasce un problema, la solidarietà esiste. Questa solidarietà che è basilare in un momento dove si assiste ad un’evoluzione che tende a far scomparire i diritti che finora siamo riusciti a conquistare. La storia “dei Sepolti vivi” – conclude – ricorda quanto è stato faticoso ottenere dei diritti che si stanno cercando di relativizzare. E nel comprensorio intorno alla miniera ci dovrebbe essere ancora più ricettività perché esiste una linea del sangue ossia i figli, i nipoti di chi ha davvero lottato a difesa del posto di lavoro di tutti».

Una difesa che accomuna tutte le miniere del bacino solfifero sotto tutela del Parco Nazionale dello zolfo di Marche e Romagna rappresentato dal Presidente Carlo Evangelisti. «La storia della miniera di Cabernardi – conferma – è stata la storia della miniera di Urbino, di Perticara, di Cesano. Oggettivamente estrarre lo zolfo non era più competitivo con quello americano.  E se le miniere in Sicilia rimasero aperte è per merito dei contributi statali. Questa lotta che in apparenza non ha impedito la chiusura ma è stata vincente sul piano culturale, etno-antropologico». Il che rientra negli obiettivi dell’ente di far conoscere le comunità e trasformare i siti di archeologia industriali in poli museali, culturali, turistici creatori di occupazione.

Sui temi affrontati dal convegno storico è intervenuto Marco Labbate dell’Università di Urbino, Iscop, vicedirettore scientifico dell’Istituto di storia contemporanea di Pesaro (Iscop) e collaboratore dell’Istituto storia Marche. «Voglio fare notare la convergenza di due momenti: quello un convegno storico sulla lotta che coincide con il trasferimento dell’Archivio Storico della miniera a Cabernardi di proprietà del Comune di Sassoferrato al museo di Cabernardi. Il nostro obiettivo è rifare il punto della lotta ma leggerla nelle due dimensioni sia locale, sia nazionale, attraverso la guerra fredda, la forte contrapposizione tra Dc e Pci e la divisione tra sindacati che evidenzia la scelta della convergenza negli anni a seguire e la conquista dello Statuto dei Lavoratori. Vogliamo – prosegue – stabilire un dialogo anche tra il momento economico e sociale strettamente collegati. Per questo interverranno vari storici. Franco Amatori della Bocconi, Presidente dell’Istituto Storia Marche sul tema “Le miniere marchigiane nella grande Montecatini” come questa filiera si collocava dentre la prima grande corporation italiana e l’evoluzione del sistema produttivo; su “I caratteri sociali della comunità minerarie di Cabernardi e Perticara”, Luca Gorgolini dell’Università della Repubblica di San Marino come diventano dei microcosmi; su “La ripresa impossibile: il distretto dello zolfo marchigiano-romagnolo e la crisi del dopoguerra”, Francesco Chiapparino della Politecnica delle Marche e il perché la chiusura di poli che in due producevano il 30% dello zolfo nazionale; io stesso parlerò di “Coppi maglia gialla. Minatori, comunità e sindacati nei 38 giorni dell’occupazione di Cabernardi”e su “Dopo la chiusura, Miniere e migrazioni” Amoreno Martellini dell’Università di Urbino, Direttore Istituto Storia Marche e coordinatore della parte accademica del Convegno, e anche le dinamiche politiche legate a questo processo migratorio. Con il sostegno della Fondazione CariFano saranno pubblicati gli atti del convegno che includeranno delle relazioni come, ad esempio, sull’evoluzione del paesaggio che non saranno esposte sabato».

Interverranno anche il sindaco di Pergola, Simona Guidarelli, il Presidente della Fondazione Cari-Fano Giorgio Gragnola, il segretario generale della Cgil Pesaro e Urbino Roberto Rossini, per la Cisl Marche Andrea Cocco, il segretario Uil Marche Paolo Rossini, il presidente del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna Carlo Evangelisti, il direttore dell’Istituto Gramsci Marche Mario Carassai, e Carlo Briscolini, Secrétaire Régional della Centrale Générale Fgtb-Charleroi in diretta streaming.

Di fatto ci sarà la testimonianza di Carlo Briscolini

Già dal manifesto, si intuisce la sfida di questo convegno: contestualizzare l’occupazione e l’azione sindacale con accademici specializzati nell’analisi della storia contemporanea.

Firmato da dall’illustratore pergolese Simone Massi, uno dei più grandi animatori e autori di cortometraggi di animazione a livello internazionale, rappresenta al centro, con la giacca, il Sindaco di Pergola Galliano Binotti, alla destra, in camicia bianca, il sindacalista della Cgil, Giuseppe Di Vittorio che tutte e due guardano il pergolese Alberto Toti Buratti.  a 39 anni a sinistra in camicia bianca. Dietro da sinistra, Elmo del Bianco Segretario della Camera del Lavoro di Pergola poi Consigliere regionale PCI negli anni 70 e al centro Walter Taddei della FGCI di Pergola originario di Pantana Serralta, la località vicina a Castagna di Sassoferrato.

 La storia …

Furono il giornalista Pietro Ingrao e il giovane reporter Gianni Rodari a chiamare l’occupazione della miniera di zolfo di Cabernardi, la “Lotta dei Sepolti Vivi”. Perché a difesa del posto di lavoro di 850 operai, oltre 300 minatori occuparono il sito estrattivo. Mentre 161 vigilarono sulla superficie, 176, gli operai del secondo turno, scelsero di rimanere cinquecento metri sottoterra, al 13esimo livello.

La lotta scattò con la parola d’ordine “Coppi maglia gialla” scritta su un vagone, durò 40 giorni ma non impedì la chiusura del sito da parte di Montecatini, la ditta proprietaria della concessione.​ Decisione che ebbe delle gravi conseguenze politiche, economiche e sociali che, nel convegno del 16 luglio, saranno​ ​contestualizzate da storici e accademici di alto profilo e vari testimoni. Gli​ ​scioperanti furono licenziati e costretti ad emigrare all’estero e gli altri lavoratori spostati nelle miniere del Trentino, in Sicilia, in Toscana. Duecentocinquanta famiglie furono trasferite a Pontelagoscuro, a Ferrara, dove i marchigiani contribuirono alla nascita del primo polo chimico italiano.

LE CELEBRAZIONI del 70esimo anniversario della “Lotta dei Sepolti vivi” sono state fortemente volute dal Comune di Sassoferrato e dal Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna. L’agenda degli eventi è il frutto del lavoro di un Comitato Tecnico Scientifico (Cts) composto da rappresentanti dell’ente Parco, dei Comuni di Sassoferrato, Pergola e Arcevia, dell’Università di Urbino, dell’Ordine dei giornalisti, delle rappresentanze sindacali, dell’Ispra, delle associazioni Clio ‘92, la Miniera onlus, Palio della Miniera, “Cristalli nella Nebbia”.  A supporto dell’evento, Happenniness soc. coop. e il Circolo ACLI ex Minatori e l’Istituto Gramsci Marche, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano.

PATROCINI – Il 70esimo anniversario della Lotta dei Sepolti vivi ha ottenuto il patrocinio dei Ministeri della Transizione Ecologica, della Cultura, del Turismo, dell’Ispra, della Regione Marche e della Regione Emilia-Romagna, del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna, dei Comuni di Arcevia, Cesena, Novafeltria, Pergola, Talamello, Urbino, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano.

L’ISTITUTO GRAMSCI MARCHE è un’associazione senza fini di lucro costituita ad Ancona nel 1982.

L’Istituto è impegnato nella conservazione della memoria storica della nostra Regione e dell’intero Paese. Esso svolge inoltre un’attività di ricerca e di divulgazione sui grandi problemi della nostra epoca.

Nel lavoro dell’Istituto si cerca di realizzare, ove possibile, con mostre, conferenze, convegni e seminari, un intreccio tra storia ed attualità, fornendo alla cultura politica del presente e del futuro un adeguato retroterra storico.

Pertanto, ampio è il terreno sul quale l’Istituto opera, passando dagli argomenti di carattere storico agli approfondimenti della

crisi economica generale e alle analisi dei partiti e delle culture politiche in Italia e in Europa. Tale attività ha il fine primario di avvicinare sempre più i cittadini alla loro storia e cultura e di contribuire alla qualità culturale del dibattito pubblico.

L’Istituto opera su più piani di lavori, oltre alla attività ricerca e divulgazione, gestisce l’Archivio storico, la biblioteca e l’emeroteca. E cerca di salvaguardare il patrimonio archivistico di interesse politico locale dalla dispersione ricercando ed acquisendo e ordinando nuovi fondi.

L’ente PARCO NAZIONALE DELLO ZOLFO DI MARCHE E ROMAGNA è nato marchigiano nel 2005 ma con il passaggio del polo minerario di Novafeltria si allargò alla Romagna nel 2019.  In realtà, tutto iniziò quando il Governo colse la richiesta del Senatore sassoferratese Primo Galdelli appoggiato dal deputato arceviese Marisa Abbondanzieri per inserire una norma a favore dell’istituzione di un Parco minerario dello zolfo in un collegato ambientale con in dotazione un miliardo delle vecchie lire per ognuno degli anni 2001, 2002, 2003. Oggi, ha nel suo ambito il sito archeo-storico della miniera di zolfo di Cabernardi-Percozzone che include la rete sentieristica dei minatori di Arcevia e la raffineria di Bellisio Solfare di Pergola, la miniera di San Lorenzo in Solfinelli di Urbino, il polo di Perticara-Marazzana ed il comprensorio Novafeltria, Talamello e Sant’Agata Feltria ed infine la miniera di Formignano di Cesena. Il che corrisponde geograficamente al naturale unico bacino estrattivo di zolfo a cui attingevano questi quattro poli minerari leader in Europa fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Perno dell’economia e della socialità delle comunità, adesso sono lo scrigno di una memoria collettiva, testimoni dell’archeologia industriale. Questo Parco è un monumento geoambientale diffuso nel paesaggio sui cui si focalizzano nuove economie culturali, dell’accoglienza e dell’ospitalità. Questo perché è in grado di realizzare politiche di geoconservazione, promuovere il geoturismo, un mix di turismo outdoor ambientale e scientifico.  Un settore in espansione. Secondo i dati Remi, acronimo di “Rete nazionale dei parchi e musei minerari italiani”, il turismo geominerario, senza pubblicità di settore, nel 2019, ogni polo dei 41 visitabili in Italia ha registrato in media circa 4mila visite per un totale complessivo di 200mila presenza all’anno.

 

 

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