Climate change: è allarme rosso

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A causa delle alte temperature e dell’innalzamento del livello del mare, in Italia 13 siti Patrimonio dell’Umanità sono in pericolo.<> «Il rischio di alluvioni minaccia tra il 15 e il 20% dei beni culturali del nostro Paese» puntualizzano gli analisti di Ener2Crowd.com, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti green, impegnata nel costruire un futuro più sostenibile a partire da strategie di inclusione e di partecipazione delle persone.

In questo 2023, la possibilità di battere i record di temperatura precedenti saranno del 60% a giugno, del 70% a luglio e dell’80% ad<> agosto. E certo è che di anno in anno il livello di 1,5°C specificato nell’accordo di Parigi verrà superato con una crescente<> frequenza, con forti ripercussioni sulla salute, sulle risorse idriche, sulla sicurezza alimentare e sulle migrazioni climatiche.

«Particolarmente quest’estate la situazione si aggrava a causa dell’effetto combinato di un “El Niño” molto potente e del surriscaldamento terrestre alimentato da concentrazioni di gas serra che purtroppo sono ancora in costante aumento» illustra Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefitEner2Crowd, Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR).

Tra i siti Patrimonio dell’Umanità a rischiare maggiormente di sparire nel nostro Paese sono: 1) Venezia e la laguna, 2) Ferrara e il suo delta del Po e 3) la basilica di Aquileia ad Udine, considerati tra i siti Unesco maggiormente a rischio nell’area mediterranea perché si affacciano sul Mar Adriatico settentrionale, dove le alte mareggiate coincidono con l’innalzamento del livello del mare a livello regionale.

Seguono poi: 4) il centro storico di Vicenza e le ville palladiane, 5) il centro storico di Napoli, 6) Ravenna, 7) le Cinque Terre, 8) Genova, 9) Pisa, 10) il sito archeologico di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, 11) la Costiera amalfitana, 12) Siracusa e la Val di Noto e 13) Paestum.

«Dobbiamo essere preparati, ma soprattutto dobbiamo impegnarci di più a contenere il riscaldamento con tutti i mezzi possibili, includendo l’attività finanziaria a matrice sociale, investendo nelle rinnovabili e nella transizione energetica sostenibile» sottolinea Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com, che ha anche identificato i 13 luoghi a maggior rischio di estinzione a livello globale.

Nel mondo, il riscaldamento globale e l’innalzamento del mare minacciano in particolare: 1) il Mar Morto, 2) la Foresta Amazzonica, 3) la grande barriera corallina australiana, 4) la piccola isola di Kivalina, 5) la barriera corallina del Belize, 6) l’Australia meridionale, 7) l’Africa sub sahariana, 8) Kiribati, 9) le Maldive, 10) il Glacier Montana Park tra gli Stati Uniti ed il Canada, 11) il Bangladesh, 12) Venezia e 13) il Grand Canyon in Arizona.

Ener2Crowd.com ha ora l’obiettivo di creare il più grande fondo di investimento diffuso, con 500.000 investitori attivi. «Il nostro movimento finanziario sarà così in grado di contribuire alla riduzione di 0,6 MtonCO2 all’anno, pari allo 0,02% dell’obiettivo mondiale di riduzione annuale» puntualizza Niccolò Sovico.

«Investimenti più intelligenti sul fronte di energia pulita, città, cibo, uso del suolo, acqua e industria sono in grado di generare 65 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030, oltre che evitare ogni anno 700 mila morti premature dovute all’inquinamento» mettono in evidenza gli il CEO di Ener2Crowd.com.

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