Galleria Nazionale delle Marche: Lanfranco, “Sansone sbrana il leone”

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Urbino, Palazzo Ducale, fino all’11 febbraio 2023

 

La Pinacoteca Nazionale di Bologna propone un importante progetto espositivo dedicato alla figura di Giovanni Francesco Barbieri, il Guercino a cura di Barbara Ghelfi e Raffaella Morselli, in collaborazione con lo staff del museo

L’esposizione è incentrata sulle importanti opere del maestro conservate nel museo e si focalizza sulle prime fasi della sua attività, sui motivi del successo della bottega e sul rapporto del maestro con i collaboratori più fidati.

La Galleria Nazionale delle Marche è stata chiamata a contribuire all’iniziativa, con il prestito del Martirio di San Sebastiano, capolavoro della Collezione Volponi esposto nelle nuove sale del secondo piano del Palazzo Ducale di Urbino. Il prestito vede attivarsi una virtuosa collaborazione tra gli istituti culturali dello Stato: la Pinacoteca Nazionale di Bologna infatti, ha ceduto in deposito, per tutto il periodo della mostra, un suo capolavoro – Sansone sbrana il leone di Giovanni Lanfranco – che verrà esposto nelle sale dedicate alla Collezione Volponi, proprio in sostituzione dell’opera andata in Emilia. Non si tratta di una mera azione risarcitoria, ma di una vera operazione curatoriale che vede una scelta scientificamente oculata, operata dagli stessi autori della mostra. Il celebre letterato Paolo Volponi infatti, esperto e raffinato collezionista, affascinato dalla pittura del primo Seicento e dal caravaggismo, aveva posto attenzione alla scuola emiliana della quale, oltre al citato Guercino, merita di essere ricordato il Davide con la testa di Golia di Guido Reni sempre esposto nel museo urbinate. A fianco di questi, fino all’11 febbraio, sarà quindi possibile ammirare la citata opera del Lanfranco, afferente alla medesima scuola. Non per nulla, nella stessa Collezione Volponi è possibile ammirare un’altra opera di Giovanni Lanfranco – Ruggero libera Angelica – appartenete al primo nucleo di opere donate da Paolo Volponi alla Galleria Nazionale delle Marche, in memoria del figlio Roberto.

Il soggetto del dipinto bolognese, Sansone sbrana il leone, è raro nella pittura del Seicento italiano, ed è tratto dal Vecchio Testamento. L’opera faceva parte della collezione della famiglia Chigi ed è datata agli ultimi anni romani del pittore (1632-1633). Il tocco libero e sciolto della pennellata testimoniano la fase neoveneziana del Lanfranco, il quale si ispira a un disegno del Bernini, conservato al Louvre, raffigurante Daniele che strangola il leone, tradotto in incisione nel 1631 da Claude Mellan.

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