I primi 40 anni di Arthur D. Little Italia

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Fondata a Boston nel 1886, Arthur D. Little, la società di consulenza più antica del mondo, è oggi presente a livello globale con 40 uffici in più di 23 paesi e in Italia inaugura la prima sede nel 1983. Nel 2012, in seguito al management buy-out di un gruppo di partner, Arthur D. Little diventa una partnership globale, a tutti gli effetti, di proprietà dei suoi partner.

Dal momento del MBO, in Italia Arthur D. Little S.p.A raddoppia le revenue e registra un aumento dei ricavi medio di circa il 20% annuo, con un considerevole incremento di marginalità, grazie al posizionamento distintivo su tecnologia e innovazione e al continuo investimento in risorse umane. Il 2023 segna l’ingresso di tre nuovi partner: una giovane donna, la prima a unirsi alla partnership in Italia dopo una crescita interna all’azienda, e due professionisti chiamati dal mercato per coprire nuovi settori industriali. Con l’obiettivo del raddoppio per il prossimo triennio. Amministratore delegato per Italia e Spagna è Saverio Caldani, con una solida esperienza nel settore chimico e nel mercato Energy & Utilities, prima in Arthur Andersen e poi come partner in Ernst & Young.

“In questi anni è cambiata la richiesta di consulenza: è più verticale e legata a esperienze di industries specifiche con servizi trasversali come la sostenibilità e l’innovazione – afferma Caldani – Oggi dobbiamo dare risposte a un mercato caratterizzato dalla convergenza tra settori: è sempre più importante saper offrire competenze in grado di incrociare esperienze diverse. Energia, telecomunicazioni, trasporti e il mondo delle utilities sono oggi più che mai connessi. La velocità dei cambiamenti richiede anche una robusta capacità di prevedere lo scenario di riferimento per anticipare il mercato. Questo comporta l’esigenza di investire prospetticamente su competenze che probabilmente oggi appaiono marginali ma che diventeranno indispensabili in vista dell’evoluzione del mercato”.

In un mercato sempre più globale, l’integrazione in una partnership internazionale molto connessa comporta il vantaggio di condividere esperienze di mercati che vivono differenti percorsi evolutivi.

“Oggi l’Europa è per molti aspetti più avanzata di altri continenti: la nostra esperienza in diversi settori è preziosa, ad esempio, per i colleghi del Middle East. Naturalmente ci sono differenze culturali – soprattutto verso l’area asiatica – che non richiedono un semplice trasferimento di conoscenze ma una vera rielaborazione. Inoltre, ogni mercato ha le proprie peculiarità: l’Italia è uno dei paesi nei quali il rapporto con il mondo pubblico è più importante rispetto ad altri mercati”.

La filosofia di ADL Italia si basa sulla valorizzazione delle competenze e della solida collaborazione: secondo Caldani la crescita interna è un valore individuale e una ricchezza per la società poiché rafforza la costruzione della cultura aziendale. Oggi ha uno staff professionale di circa 150 persone, negli uffici di Milano e Roma.

“Credo che ognuno di noi debba essere imprenditore, creativo e studioso: la continua ricerca di nuove attività, di diverse prospettive e soprattutto la costante curiosità nei confronti delle evoluzioni è essenziale. Cerchiamo persone che non si sentano concorrenti o avversari delle altre compagnie sul mercato ma che credano nella loro capacità di progettare soluzioni con competenza e velocità: lo possiamo fare perché la nostra dimensione ci consente una scelta mirata e personale dei nostri collaboratori. Assumiamo circa 40 giovani all’anno e li incontro tutti personalmente: con altre dimensioni aziendali sarebbe impossibile. Naturalmente a causa dei costanti cambiamenti del mercato, continueremo anche a ricercare professionisti esterni, esperti su settori che oggi ancora non presidiamo. Abbiamo investito su competenze nel settore healthcare e lifescience, sui consumer good e sui diversi settori legati all’ innovazione”.

Per approfondire le tematiche più attuali e diffonderne la conoscenza, ADL produce mensilmente numerosi studi a livello globale incentrati principalmente su trend, tecnologia e innovazione. Viewpoints, Prism e Report sono liberamente scaricabili dal sito.

Anche se forse meno attraente di qualche anno fa, la consulenza continua a essere una prima scelta per molti giovani che, a differenza dei loro predecessori, sono generalmente meno dipendenti dal lavoro e ricercano un bilanciamento fra la vita privata e quella professionale. Complici una nuova filosofia di vita e l’innovazione tecnologica che, se da un lato riduce il confine tra vita privata e quella lavorativa, dall’altro concede maggiore libertà di movimento.

“Le tendenze vanno capite e accompagnate per coglierne i vantaggi. Personalmente credo che con lo smart working molti giovani corrano il rischio di sprecare occasioni di lavoro di squadra, di formazione permanente e di costruzione di relazioni che arricchiscono la persona e favoriscono la creatività. Tuttavia, nei nostri uffici, nessuno timbra il cartellino. Non sono cambiati solo i giovani ma anche le relazioni all’interno delle società: la capacità di comunicare ha preso il posto dell’impostazione gerarchica, la disponibilità a essere vicino agli altri ha superato la competizione estrema. La presenza di molte giovani donne e di professioniste più esperte certamente ha contribuito a cambiare – in meglio – il clima aziendale rispetto agli anni nei quali la mia generazione si è affacciata al mondo del lavoro”.

E il futuro? Per la consulenza il principale asset continuerà a essere costituito dalle persone che, sempre più, dovranno avere competenze e mente aperta per ragionare insieme e saper anticipare il mercato.

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