Ancona, totale disinteresse per una “Blue Flag”

840

C’era una volta un Consiglio comunale aperto dedicato interamente al porto di Ancona… Correva l’anno 2000 ed era il 21 febbraio… Senza far troppo ricorso a favole e romanzi, ma scendendo sulla realtà più spicciola, da dieci anni si parla degli stessi problemi del porto, senza trovare soluzioni. Soprattutto i problemi presenti oggi sono quelli che facevano discutere animatamente anche dieci anni fa e sicuramente, ancor prima, nel millennio precedente… La necessità di una connessione “sana” tra la città e il porto, l’importanza di un sistema porto – interporto – aeroporto funzionale e funzionante, la lungimiranza verso il futuro sviluppo dei traffici, ritardi, lentezze e inadempienze che ormai sono diventati voragini di tempo inutilizzato che non hanno fatto altro che affossare sempre di più il porto e tutte le sue attività, portando l’aria che si respira in centro città a diventare quella miscela esplosiva di carbone, caolino, cereali e polveri sottili che fanno oggi di Ancona una delle città più inquinate d’Italia… D’altronde, come poteva essere diversamente? I silos del porto, purtroppo ancora in funzione, sono ormai un esempio di archeologia industriale essendo datati 1962!
Qualcuno ha detto che la politica, non essendo a lunga scadenza, non permette di fare scelte lungimiranti: ma il cuore, la coscienza, la volontà di essere anche impopolari oggi per salvaguardare il futuro e le generazioni del futuro? Dieci anni fa si parlava di porto di Ancona al centro dei traffici dell’Adriatico e del Mediterraneo, dieci anni fa si parlava di Corridoio Adriatico e di autostrade del mare, dieci anni fa si parlava della città che stava cambiando e del ruolo di un porto sempre più attività fondamentale per il sistema. Già, dieci anni fa! Che cosa è cambiato? Praticamente niente, a giudicare dalle continue segnalazioni che anche l’associazione Dedalus sottopone per attirare l’attenzione sulle problematiche del porto di Ancona.
Non solo le rilevazioni di inquinamento da polveri sottili, c’è molto altro… (tanto che Ancona si trova al terzo posto in Italia per l’aria irrespirabile) e anche la “blue flag”… Si perché esiste una Bandiera Blu per i litorali migliori ed esiste una Blue Flag per i porti, in base ad un accordo volontario messo in piedi da Venezia (da qui Venice Blue Flag) tra istituzioni e aziende, compagnie di navigazione, capitaneria di porto e autorità portuale per ridurre le emissioni di fumi da parte delle navi passeggeri e dei traghetti che fanno scalo al porto. Il rispetto di tale accordo consente di ricevere un riconoscimento, la Venice Blue Flag, già assegnata, ad esempio, alla MSC Crociere, una delle prime compagnie di navigazione che hanno aderito all’iniziativa e che transita per il canale lagunare utilizzando diesel oil e non fuel oil, riducendo le emissioni e guadagnandosi il titolo di eco-ships che applicano la filosofia, ormai strategica, dello sviluppo sostenibile.
L’accordo Venice Blue Flag prevede che le navi nel momento in cui transitano nell’area portuale e del Lido adottino misure particolarmente rispettose e ancora più restrittive degli standard imposti dalle leggi vigenti: non devono superare un tenore di zolfo del 2% (1,5% in sosta), devono applicare nella gestione macchine un minor regime dei motori ed evitare soffiature delle condotte di scarico, per ridurre le emissioni di inquinanti nell’aria della città lagunare. Essendo stato evidenziato già da uno studio del 2007 che le emissioni delle navi in porto hanno un ruolo estremamente importante nell’inquinamento globale dell’area di Venezia, l’accordo volontario, che ha una durata biennale, ha permesso notevoli passi avanti, abbassando e di molto il tenore di zolfo. Inoltre, applicandolo dall’arrivo in rada della nave fin nell’attraversamento del bacino di San Marco e alla sosta in Marittima, darà ulteriori benefici alla città, al porto e alle stesse compagnie di navigazione che hanno già ricevuto l’approvazione dei passeggeri che gradiscono particolarmente l’impegno ambientalista. Perché parlare di Venezia? Perché è un esempio: un porto dove gli interessi economici non sono da meno rispetto ad Ancona. E perché anche ad Ancona è stata proposta una “blue flag”, una Ancona Blue Flag da parte del Movimento “Dedalus”. Buffo che qui la compagnia di navigazione MSC non abbia aderito, facendo quello che ha fatto la maggioranza: a parte le adesioni convinte delle compagnie di navigazione Blue Line e Anek Lines e dell’Associazione Riviera del Conero, per tutto il resto si è registrato il vuoto… non c’è il minimo interesse, come se le solite, famigerate “3 C”, ovvero carbone, cereali e caolino, fossero di gran lunga più importanti… Chissà che superando l’impasse del “locale” non si possa proporre la stessa cosa per il bacino Adriatico con un risultato serio e concreto?

Ancona, total indifference for a “Blue flag”…
Since 2000 the same problems: absence of a connection between city and seaport, traffic, delays, slowness that have always more abandoned the Ancona seaport and its activities. Additionally the bad air that we breath in the centre, a mixing of coal, kaolin, cereals and particulate matters for this reason Ancona is the third more polluted city in Italy. Ten years ago people spoken about the Ancona seaport at the centre of the Adriatic and Mediterranean traffics, ten years ago it was spoken about Adriatic passage and about freeways of the sea, ten years ago it was spoken about the city that was changing and about the role of a seaport more and more important activity for the system. From then never is changed, from several signalling that also Dedalus association has done in order to attract attention about pollution and… about the Blue Flag.
In fact, doesn’t exist the Blue Flag for shorelines only, but also a Blue Flag for the seaports, according to a intentional agreement made by Venice (Venice Blue Flag) between institutions and enterprises, companies of navigation, port authorities and harbour authority in order to reduce the emissions of smoke from the fleeting ships and the ferries that call on the seaport. The respect of such agreement concurs to obtain an acknowledgment, the Venice Blue Flag, already assigned, for example, to the MSC Cruises. The agreement, in this specific situation previews that when the ships pass in the port area and, don’t have to exceed the sulphur of 2%, managing cars, they must be prudent, in order to reduce the polluting emission in the area of the city. It talks about Venice and its seaport because it is an example to follow; the Dedalus movement has proposed a Blue Flag for Ancona, but except the adhesions of Blue Linens, Anek Lines and the Association Riviera del Conero, the request hasn’t received any answer.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here