Il presidente del Veneto Luca Zaia sarà oggi a Roma per seguire la partita del Trasporto Pubblico Locale. “E’ una questione che ci lascia non poca ansia – ha affermato oggi in occasione del consueto Punto stampa al termine della seduta di Giunta – e dispiace che ci sia chi dice che finanziamento del servizio ferroviario locale dipenda dalla Regione. Non è vero: dipende da Roma; è Roma che ci trasferisce i finanziamenti. Il Governo riscuoterà le nuove accise sulla benzina ottenendo un gettito aggiuntivo per circa 6 miliardi di euro. Il trasporto locale su rotaia vale a livello nazionale vale oltre 2 miliardi di euro, ma il Governo – ha ribadito Zaia – non ci sta ancora dando risposta. Noi non possiamo pensare di chiudere i contratti di servizio per le ferrovie senza avere certezze finanziarie: non stiamo parlando di auto di lusso, ma di lavoratori, studenti e persone che hanno necessità di muoversi e di avere un servizio puntuale, pulito, dinamico. Come Regioni – ha concluso Zaia – noi non transigiamo; con una posizione unitaria chiediamo la partita finanziaria intera: la cifra necessaria per fare in modo che in Italia continuino a circolare i treni regionali”.
“Attendiamo certezze su questo fronte per poter discutere – ha aggiunto dal canto suo l’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso – e siamo tutti preoccupati per questa partita. In ogni caso è del tutto falsa la notizia diffusa ieri secondo la quale il Veneto sarebbe la maglia nera per il trasporto pendolare avendo ridotto il servizio del 20 per cento. Il servizio è rimasto sostanzialmente quello, almeno sulla carta. Che poi quello realmente offerto risulta spesso carente e disagevole è un fatto che non dipende dalla Regione né da mancati finanziamenti. Chi ha fatto certe affermazioni si basa su dati che non sappiamo da dove siano stati attinti e che non risultano. Dico solo che appena una decina di giorni fa un quotidiano, non certo a noi vicino politicamente, aveva dato al Veneto un livello di efficienza ed efficacia nonostante tutto ai primi posti, in un sistema nazionale che fa buchi da tutte le parti”.