La caduta della popolarità del presidente americano e l\’ascesa del movimento dei Tea Party determineranno l\’esito delle prossime elezioni e il futuro politico degli Stati Uniti. A sostenerlo Cesare De Carlo che presenta il suo nuovo libro domani 5 ottobre all\’Ispi di Milano Dopo l’elezione trionfale, il premio Nobel e la forte ripresa dell’immagine degli Stati Uniti nel resto del mondo, Barack Obama sembra arrancare. Una riforma della sanità figlia di troppi compromessi e impopolare, un debito pubblico alle stelle e l’indecisione dimostrata in politica estera e nella gestione della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico lo relegano a indici di popolarità degni dei momenti più bui del suo predecessore, George W. Bush. E se, in Europa, ha ricevuto più attenzione la favola dell’elezione del primo presidente americano di colore che non la sua parabola discendente, ci pensa Cesare De Carlo, editorialista del Quotidiano Nazionale (Giorno, Nazione, Resto del Carlino), a raccogliere e interpretare i sentimenti di quella che l’economista Franco Bruni, nella prefazione, definisce “la pancia dell’America profonda” in Un tè freddo per Obama (Egea, 2010, 242 pagine, 16 euro). Il crollo di popolarità di Barack Obama tra gli americani che lo hanno eletto meno di due anni fa è stato accompagnato dall’ascesa del Tea Party, il movimento popolare di destra – o meglio, la lasca coalizione di movimenti – che sta condizionando le elezioni di medio termine del prossimo 2 novembre. Il Tea Party ha saputo imporre molti propri candidati nelle primarie repubblicane e ha ridato credibilità politica alla figura di Sarah Palin. De Carlo subisce il fascino di un movimento spontaneo, nato e cresciuto in nome della libertà e in opposizione al dilagante ruolo del governo nell’economia americana, così come il Boston Tea Party del 1773 era stato innescato dalle pretese economiche della Corona inglese. Racconta le storie dei suoi leader e ne analizza la percezione e la ricezione da parte dei media in un continuo parallelismo con la parabola discendente di Obama. Il Tea Party potrebbe passare alla storia come il primo movimento politico nato sulle pagine elettroniche di un sito internet finanziario, market-ticker.org, dalle quali un piccolo operatore, il 19 gennaio 2009, ha invitato tutti i lettori a inviare bustine di tè al congresso, al senato e a chiunque si fosse reso complice delle operazioni di salvataggio delle grandi istituzioni finanziarie negli ultimi mesi dell’anno precedente. Nei mesi successivi, quando Obama ha confermato i salvataggi voluti da Bush e ha chiesto ulteriore denaro per altri pacchetti di stimolo economico, la protesta si è radicalizzata e il sentimento anti-establishment si è rafforzato. Crescendo,il movimento dei Tea Party ha incontrato le prime difficoltà di coordinamento territoriale, ma rimane la realtà politica più interessante degli ultimi anni. De Carlo non nasconde il suo apprezzamento e non finge di trattare il tema da osservatore neutrale, ma vuole far conoscere anche in Europa gli stati d’animo di una fetta importante dell’elettorato americano.
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