La “Green Italy” combatte la crisi

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\”La crisi chiede anche un\’idea di futuro. La green economy è anche questo: la prospettiva di un\’economia a misura d\’uomo che affronta le questioni ambientali scommettendo sull\’innovazione, sulla ricerca, sulla conoscenza\”. Così Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola, ha aperto l\’ottavo seminario estivo, tenutosi a Monterubbiano (FM). Tema: \”Green Italy. Un\’idea di futuro per affrontare la crisi\”. L'obiettivo è quello di presentare la ricerca di Symbola e Unioncamere sulla green economy, portando la testimonianza delle aziende che hanno fatto della sostenibilità una scelta vincente.
I numeri ci sono: il 30% delle piccole e medie imprese italiane punta su scelte connesse alla green economy, con una percentuale che sale nelle imprese che esportano (33,6%) che sono cresciute economicamente anche nel 2009 (41,2%) e che hanno elevato la qualità dei loro prodotti (44,3%). Le figure professionali coinvolte attraversano tutti i settori con picchi che superano il 50% tra legislatori, dirigenti e imprenditori, per salire a un 60,4% tra artigiani, operai specializzati e agricoltori. Tenendo presenti i ritmi di crescita delle "assunzioni green", che solo nel 2009 sono state 20.000, si può stimare nei prossimi anni, tra nuova occupazione e riqualificazione dell'esistente, almeno un milione di posti di lavoro.

Il seminario ha puntato a proporre una green economy in senso allargato, ovvero che non si limita unicamente all'utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ma che si fa promotrice di tutta una serie di attività quali il riuso di materiale riciclato e riciclabile, la mobilità sostenibile, la vendita a km zero. Una green economy capace di innescare un circolo virtuoso che, oltre al rispetto dell'ambiente, comporti competitività sul mercato e profitto.

Questa lezione è stata ben recepita nel settore del riciclo di carta e cartone, dove l'Italia è leader mondiale e nel settore tessile e abbigliamento che vanta il miglior risultato in termini di riduzione per unità di prodotto di input energetici (riduzione media annua del 10%), una rilevante diminuzione di emissioni nocive in atmosfera (-3,8% media annua di CO2) e di produzione di rifiuti (-5,6%). Anche il settore della gomma e delle plastiche vanta ottimi risultati: -6% annui di input energetici, l'incremento della quota di rifiuti avviata al recupero (dal 65 al 77% tra il 2003 e 2007) e la diminuzione di emissioni atmosferiche (-2,8%).

"Questi dati – confessa Realacci – mi hanno colpito molto. L'interesse registrato dalle PMI per la green economy è indice di maturità del settore, di una più forte consapevolezza delle questioni ambientali che, incredibilmente, sembra permeare maggiormente le piccole realtà piuttosto che le grandi istituzioni politiche e l'economia "ufficiale". Proprio nelle piccole e medie imprese la green economy incontra il suo alleato più valoroso: il made in Italy.
Il know how del nostro Paese, la tradizione e la cura del dettaglio, insieme a una nuova sensibilità ambientale possono aprire nuovi canali di sviluppo. E di competitività.
E' sul campo della qualità che l'Italia può e deve giocare la partita contro Paesi emergenti quali Cina e India, assolutamente imbattibili dal punto di vista dei costi e della quantità di produzione”.

Che ruolo ha ricoperto la fondazione Symbola nella diffusione di tutti gli aspetti che fanno capo alla green economy e quale ricaduta ha avuto nel tessuto imprenditoriale italiano?
“I seminari e gli incontri di Symbola hanno una forte risonanza a giudicare dalla grande affluenza che, di volta in volta, registrano.
Alla due giorni di Monterubbiano hanno partecipato oltre 500 persone, tra imprenditori, giornalisti e scrittori, provenienti da ogni parte d'Italia. I rappresentanti delle best practices italiane si sono date appuntamento in questo paesino dell'entroterra marchigiano per portare la propria testimonianza e per confrontarsi con altre realtà vincenti del settore, alla ricerca di una strategia comune. Perché, come ribadisce un antico proverbio africano: "Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano vai con gli altri". Ed è questo che dobbiamo fare anche noi: intraprendere una strada comune e fare delle scelte lungimiranti per andare lontano e guardare al futuro”.

Fino a pochi anni fa, gli imprenditori che si affidavano a fonti di energia rinnovabile e investivano in nuove tecnologie e sviluppo venivano considerati dei “visionari con il pallino per l'ambiente”. Adesso che la green economy mostra le sue carte vincenti e si è presentata come l'unico modo per uscire dalla crisi economica – finanziaria, che tipo di sentimento suscita in chi da sempre ha fatto delle scelte lungimiranti? Prevale la rivalsa, a modello del "Noi ve l'avevamo detto", o c'è ancora più voglia di fare alla luce delle conferme del mercato?

“Non molliamo, anzi siamo ancora più convinti delle nostre scelte di fronte alle recenti conferme del mercato. Anche perché le sfide che ci apprestiamo ad affrontare richiedono coerenza e determinazione. Il primo obiettivo è quello difenderci dalla crisi, garantendo la tenuta dei conti pubblici e impedendo che qualcuno rimanga indietro. Ciò comporta una forte attenzione alle aree deboli, ai disoccupati, al credito delle piccole e medie imprese, alle famiglie a reddito più basso. Il secondo è quello di guardare la crisi come una grande occasione di cambiamento, un'opportunità per affrontare le grandi questioni aperte da tempo. Non ha senso affidare le sorti a quel sistema che ha generato il collasso, o almeno, non è stato in grado di prevederlo per tempo. Di fronte a questa grande sfida di cambiamento, l' Italia è già presente e può svolgere un ruolo di primo piano se deciderà di mettere in campo le sue qualità migliori ossia: competenze e tradizione”.

“Green Italy” against the crisis

"The crisis requires also an idea of future. The green economy is also: the perspective of an economy created at man level that faces the environmental problems betting on the innovation, on the search, on the knowledge". With these words Ermete Realacci, president of the Symbola foundation, has opened the eighth summer meeting, at Monterubbiano (FM). Subject: "Green Italy. An idea of future in order to face the crisis". The aim is to introduce the search of Symbola and Unioncamere about the green economy, carrying the testimony of all the companies that have made of the sustainability actions the winning choice. The 30% of the small and medium Italian enterprises have made choices linked to the green economy, the number of new “green employments” is more and more increasing. During the meeting, the main theme has not only been the use of renewable sources but mainly the reuse of recycled and recyclable materials, the sustainable mobility and the sell at km zero. Italy is the world leader about paper and cases recycling and also in the wear and textile sector, with a remarkable reduction of bad emission in the atmosphere (-3,8% of CO2 medium for year) and the wastes production (-5,6%). “These are very important data – Realacci said – The interest about green economy means that company are conscious of the environmental matters, spread mainly in the small realities rather that in the great political and economic institutions. Green economy now, means above all made in Italy. Our nation must bet on the quality in order to compete against China and India that are unbeatable about costs and units produced.
Which is the role that Symbola foundation has had about the spread of all the aspects concerning the green economy and which are the consequences in the Italian entrepreneurial reality?
“Symbola meetings have each time a great meaning on the face at the great affluence reported. At Monterubbiano have participated beyond 500 persons, entrepreneurs, journalists and writers, coming from everywhere. We must have a common interests and make a farseeing chooses. Some years ago, the entrepreneurs that chose renewable energy sources and invested in new technologies and development were considered “utopians”. Now the green economy seems to be the only way in order to exit from the economic crisis. What is the predominant feeling? Revenge or the will to continue?
“Surely the will to continue. We are more and more sure of our chooses, we want to face the crisis with a particular attention at the unemployed people, families with a lower income, and at the credit of small and medium enterprises. The crisis must be for us an important occasion to change our system, using ours better qualities: competences and tradition”.

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