Novamont: la chimica al servizio dell’ambiente

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Novamont è un\’azienda di Novara nata da un gruppo di ricercatori, già al lavoro per la Montedison ed è oggi leader nella produzione di polimeri biodegradabili. A capo di questa azienda, in qualità di amministratore delegato, si trova Catia Bastioli, presidente del Kyoto Club, ma in primis ricercatrice umbra con 70 brevetti depositati a suo nome e una passione per i polimeri naturali e artificiali e soprattutto per l\’ambiente. Dott.ssa Catia Bastioli, la Novamont nel corso degli ultimi anni si è notevolmente espansa, contando, ad oggi, la sede di Terni e Novara. Ci può spiegare quali sono le sue più importanti attività produttive e a quali scelte, di carattere ambientale, sono ispirate?
“La Novamont, prima di diventare una realtà industriale a livello mondiale, nasce come centro di ricerca Montedison. L'obiettivo di noi ricercatori, chimici e scienziati è ambizioso: realizzare una nuova politica industriale in grado di legare le esigenze di sviluppo economico con la sostenibilità ambientale, creando un sistema integrato tra chimica, agricoltura e ambiente. A questa mission si ispira la produzione nelle bioraffinerie di Novara e di Terni che si basa sulla tecnologia della complessazione degli amidi di mais e la trasformazione di materie prime, di origine alimentare, in polimeri biodegradabili, dai quali derivano le nostre bio-plastiche. La creazione di prodotti ecosostenibili e dal basso impatto ambientale non è, però sufficiente a rispondere alle esigenze del pianeta. E' indispensabile passare da un'economia di prodotto a una di sistema che tenga conto dei territori con le loro specificità; della tipologia di materie prime rinnovabili di origine agricola, dello smaltimento e della possibilità di riuso dello scarto. Il tutto avvalendosi della collaborazione di agricoltori, enti e istituzioni.
Lavorare in un'ottica di sistema significa aprire la strada a un salto culturale prima che economico. Vorremmo che la Novamont diventasse un caso – studio, l'esempio di un'economia integrata che non preveda più l'ascesa di un'unica major che detiene innovazione e guadagni, ma che crei ricchezza e nuove professionalità”.
La sua azienda ha realizzato un prodotto fortemente innovativo che ha fatto il giro del mondo: la bio-plastica Mater-Bi. Come la definirebbe in cinque parole?
“Una tecnologia sostenibile, perchè utilizza e trasforma sostanze e materiali completamente biodegradabili; responsabile perché salvaguarda l'ambiente in tutte le fasi di produzione del prodotto; inclusiva perché coinvolge più realtà quali la ricerca, le scuole e l'università; un esempio di economia di sistema e competitiva per il nostro Paese che detiene tecnologie all'avanguardia nella chimica e delle bio-plastiche.
La sfida che dobbiamo affrontare è quella di riuscire a declinare una produzione di tipo lineare, come quella cinese che si basa sul rapporto tra input e output, in un modello circolare caratterizzato dalla minimizzazione degli scarti e il loro riutilizzo e trasformazione.
Fondamentalmente come avviene in natura, dove ogni elemento è trasformato e ri-utilizzato e niente è rifiuto”.
L'Unione Europea aveva fissato entro gennaio 2010 la dead-line dell'utilizzo di shopper in plastica a favore delle bio-degradabili. Un sogno irrealizzabile o un traguardo imminente?
“In Italia il divieto dell'uso di borse di plastica monouso è stato prorogato al 2011. Nonostante questo slittamento nelle tempistiche, sono ottimista: c'è una forte mobilitazione non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo. Guardiamo il Sud Africa che nel maggio 2003 ha vietato l'impiego di sacchetti di plastica sottili o la città di San Francisco che è stata la prima in assoluto a vietarne l’uso nei grandi supermercati e nelle farmacie nel marzo del 2007. L’Italia non è immune a questo vento di cambiamento, anzi date le tecnologie avanzate di cui dispone, può giocare un ruolo strategico nello sviluppo di materiali ecocompatibili da declinare ai più svariati usi”.
Alcuni anni fa si parlava di green economy come un’economia del buon senso. Oggi è ritenuta come l’unica via possibile per uscire dalla crisi finanziaria. Qual è la sua opinione al riguardo?
“La green economy è una grande occasione e lo dico con la convinzione di chi da venti anni opera in questo settore. Anche quando venivamo tacciati come degli ambientalisti visionari, noi della Novamont abbiamo sempre continuato per la nostra strada che, ad oggi, si è dimostrata non solo giusta, ma l’unica da perseguire. La green economy non è una scappatoia per bilanci in rosso, ma un’opportunità straordinaria di cambiamento della società, della cultura e, soprattutto, del tessuto imprenditoriale. Una grande occasione a patto che non venga declinata secondo gli stessi parametri produttivi che ci hanno gettato nel baratro. Non un green washing, quindi, ma una modificazione profonda dell’economia che tenga ben presente tre punti: salvaguardia dell’ambiente, profitto e competitività aziendale, rispetto del sociale”.

Novamont: chemistry serving environment
Novamont is a company created by a group of researchers, now leader in the biodegradable polymers. The managing director is Catia Bastioli, president of Kyoto Club, Umbrian researcher with 70 patents and a passion for natural and artificial polymers. Dr. Catia Bastioli, the Novamont during last years is remarkably expanded, now, there are offices also at Novara and Terni.
Can you explain which are the more important productive activities and why the environmental choices?
"The aim of researchers, chemicals and scientists is ambitious: to realize a new industrial policy that is able to link the develop economic requirements with the environmental sustainability, creating a system integrated between chemistry, agriculture and atmosphere.
The biopolymers uses substances obtained from vegetables, like maize starch, whilst preserving the chemical structure generated by photosynthesis. A variety of molecular superstructures with a wide range of properties are created by “complexing” the starch with variable amounts of biodegradable complexing agents, which are derived from renewable, synthetic or mixed sources. This actions are possible thank to partnership with universities, institutions, associations.
Your company has created an innovative product: Mater bi bio plastic. Can you define it in 5 words only?
A sustainable technology because uses and transforms substances and materials totally biodegradable, safeguarded the environment in all the production stages. Our aim is to realize a linear production with a minimum wastes and theirs recycling. Since January 2010 the EU has imposed the use of biodegradable shoppers instead of plastic ones.
An unreal dream or a coming aim?
In Italy the prohibition has been extended at 2011, but I’m optimist. Some years ago people talk about green economy as a wisdom economy. Today is the only way to face the economic crisis.
What do you think about it?
“I think that green economy is a great occasion for us to change our economy following 3 main aims: environmental safeguard, gains, company competitiveness and respect of social.

www.novamont.it

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