Rinnovabili, Veneto: passi avanti per il nuovo piano energetico

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ll Veneto prova a recuperare il ritardo accumulato per la messa a punto del provvedimento. Che doveva essere predisposto entro il 2011. Termine entro cui era prevista la revoca della moratoria per i nuovi impianti fotovoltaici e le nuove centrali a biomasse o a biogas in aree agricole Il Veneto prova a recuperare il ritardo accumulato nell’approvazione del nuovo piano energetico regionale e, in particolare, dell'atteso piano-stralcio per le fonti rinnovabili. Nei giorni scorsi la commissione Attività produttive ha espresso gli indirizzi di cui dovrà tenere conto l’assessore all’Energia Massimo Giorgetti nella redazione del futuro piano. Un provvedimento che doveva essere predisposto entro il 2011, secondo quanto previsto dalla finanziaria regionale del 2011 (articolo 4) e dalla relativa moratoria alla realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW e di nuove centrali a biomasse o a biogas in aree agricole. Una moratoria, che secondo quanto stabilito non doveva durare oltre il 31 dicembre 2011 e che, motivata con la necessità di definire le linee di indirizzo per l'autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili, nell'ambito dell'approvazione del piano energetico regionale, si è scontrata con la decisione dell’allora Governo Berlosconi di impugnarla per incostituzionalità.

Finora il provvedimento non ha preso forma, anche a causa delle difficoltà procedurali di mappare l'intero territorio regionale e di censire tutti i siti vincolati o “inibiti” alla realizzazione di parchi fotovoltaici o di centrali a biomasse. “Il piano stralcio è quasi pronto e credo di poter presentare entro tre settimane il provvedimento amministrativo perché sia adottato dalla Giunta – ha assicurato l'assessore Giorgetti, illustrandone le linee guida – . Il provvedimento identificherà le aree da tutelare, in modo diversificato per gli impianti fotovoltaici e per le centrali a biomasse o biogas, nel rispetto delle indicazioni della normativa nazionale. In particolare non sarà possibile realizzare impianti fotovoltaici a terra nelle aree vincolate dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico (sono circa un migliaio i siti in Veneto che ricadono nei vincoli del codice Urbani), lungo le coste dei mari e dei laghi, in montagna (sopra i 1600 metri), nei parchi, sui ghiacciai, nelle foreste, nelle aree Unesco, nelle aree agricole ad alta fertilità e con produzioni di pregio".“Per le aree agricole non di particolare pregio – ha specificato l'assessore – all'ipotesi del blocco totale appare preferibile consentire la realizzazione di impianti fotovoltaici di limitata potenza, sino a un megawatt, a integrazione del reddito agricolo”. Quanto alle centrali a biomasse e biogas la localizzazione dovrà avvenire rispettando i vincoli di distanza minima dai centri abitati, in analogia alla normativa vigente sugli allevamenti zootecnici.

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