RELAZIONI COMUNITARIE: DE ANNA, SU PROGRAMMA 2014-2020 OCCORRE FARE SISTEMA

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Per poter raggiungere gli obiettivi che il mondo economico, imprenditoriale, istituzionale e sociale del Friuli Venezia Giulia si è posto è necessario lavorare in rete, avviando tavoli di ascolto che siano in linea con le direttive europee. Solo così sarà possibile accedere ai quei finanziamenti comunitari messi a disposizione dello Stato e delle Regioni e sarà nostro intento quello di lavorare tutta l\’estate affinchè le aspettative possano tradursi in realtà. Lo ha assicurato l\’assessore regionale alle Relazioni internazionali e comunitarie iElio De Anna nel corso dell\’incontro tecnico svoltosi a Udine per fare il punto sulla programmazione europea 2014-2020. Dopo i quattro tavoli provinciali del mese scorso svoltisi a Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia, la riunione di oggi è servita per fare sintesi e cercare di coordinare l'azione regionale, la quale a sua volta andrà armonizzata con quella nazionale ed infine inserita nel programma europeo. De Anna, rivolgendosi alla platea, ha chiesto uno sforzo altamente innovatore dei progetti da proporre, affinchè questi possano avere ricadute di una certa importanza sul territorio, generando quindi reddito ed occupazione.
"Se ciò è più semplice per il mondo delle imprese – ha detto l'assessore – forse lo è un po' meno per il mondo culturale. Ma è da questo settore che ci aspettiamo grandi passi in avanti, come ad esempio nel campo della programmazione legata alla Grande Guerra. Non ha senso replicare ciò che già esiste, quanto invece puntare a collaborazioni extranazionali con Slovenia, Austria e Francia affinchè la ricorrenza del 1915-1918 possa diventare un' opportunità per la nostra regione, collegando così la cultura all'economia". Come spiegato da Sabina De Luca, rappresentante del ministero dell'Economia e membro del consesso europeo che si occupa di programmazione, ci sono alcuni elementi che vanno tenuti in debita considerazione per chi vuole accedere ai finanziamenti concessi dall'Unione. Il primo è legato alle concentrazioni tematiche, ossia il cercare di raggruppare le richieste attorno a pochissimi argomenti ma di grande valore e spessore. A ciò si aggiunge poi la rete, che veda collaborare il locale con lo Stato centrale e i territori extranazionali. Infine la semplicità della proposta, che deve essere di facile attuazione rispetto a progetti troppo complicati. Il tutto va veicolato nei tre principali settori di intervento che la Ue in parte ha già definito, ossia innovazione, energia ed inclusione sociale.
Intanto Informest ha avviato una sorta di consultazione tra tutti coloro che, nelle quattro giornate provinciali di presentazione dei percorsi per giungere alla programmazione per il prossimo settennato, hanno risposto ad un questionario. Tra i 105 intervistati che hanno partecipato volontariamente a questo lavoro, è emerso che la maggior parte di essi è interessata allo sviluppo tecnologico e all'innovazione ad alto contenuto territoriale. Ciò significa che tanto il mondo economico che quello delle istituzioni è interessato ad investire nelle rete, valorizzando e potenziando ciò che è già esiste. A questo poi si aggiunge la richiesta di operare a sostegno dell'industria creativa collegata al "made in Italy", per la tutela del patrimonio culturale a fini turistici e di sviluppo economico, sostegno alla montagna e sviluppo delle politiche per il settore abitativo.

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