Stabilizzazione della detrazione del 65%, edifici a energia quasi zero e Attestato di prestazione energetica. Sono queste le principali novità del Decreto legge “Ecobonus” (Dl 63/2013) che il primo agosto è stato convertito in legge, ottenendo l’approvazione definitiva del Senato con 249 voti favorevoli e 2 contrari. Il testo, modificato nel corso dell’iter parlamentare, contiene numerosi provvedimenti sul tema dell’efficienza energetica. “Il fatto che il decreto sia stato approvato quasi all’unanimità dimostra che le istanze legate alla riqualificazione energetica sono percepite come fondamentali da tutte le forze politiche – commenta a Energie Sensibili Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto club –. Il testo approvato dal Parlamento rappresenta sicuramente un intervento positivo, che dà respiro al settore dell’edilizia e porta dei notevoli progressi sul fronte dell’efficienza energetica”.
Le principali novità introdotte riguardano il bonus del 65%, ovvero la possibilità di detrarre dall’Irpef le spese sostenute per compiere interventi di efficientamento sugli edifici. Il nuovo testo stabilisce che la misura venga stabilizzata nel tempo, senza dover più ricorrere, com’era stato fatto finora, a proroghe annuali o semestrali.
“Rendere stabile la detrazione è un passo fondamentale – sottolinea Silvestrini -. Il sistema delle proroghe costituiva un forte deterrente alla richiesta di accesso agli incentivi. Sapere che l’ecobonus sarà attivo per diversi anni, invece, dovrebbe invogliare cittadini e imprese a compiere interventi di efficientamento”.
Nel corso dell’iter parlamentare è stata introdotta nel testo la detraibilità anche per le spese di sostituzione degli impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia. Lo stesso vale per chi sostituisce scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore. In origine, queste tecnologie erano state escluse dal decreto legge perché già incentivate dal Conto termico.
Proprio per evitare sovrapposizioni, la nuova legge dà mandato al Gse (Gestore dei Servizi energetici) di realizzare una banca dati degli incentivi che eviti il rischio di sovrapposizioni (il bonus del 65% e il Conto termico non sono infatti cumulabili).
Le nuove norme, inoltre, stabiliscono che entro il 31 dicembre 2020 tutti i nuovi edifici dovranno essere a energia quasi zero. Per gli stabili di proprietà pubblica, compresi ospedali e scuole, il termine è anticipato al 31 dicembre 2018. Entro giugno 2014 il Governo dovrà elaborare un Piano di azione, contenente le misure per raggiungere questi obiettivi. “Si tratta di una sfida importante e il settore dell’edilizia dovrà essere pronto a raccoglierla – dice Silvestrini -. Per raggiungere il traguardo degli edifici a energia quasi zero serviranno nuove tecnologie e nuovi materiali. Per progettare fabbricati a basso consumo energetico, dunque, saranno necessarie nuove competenze. Le facoltà di Ingegneria e i master dovranno essere in grado di formare figure professionali specializzate in questi ambiti”.
Il decreto appena convertito, infine, stabilisce che l'Attestato di prestazione energetica (Ape) degli edifici, sostituirà l'Ace (Attestato di certificazione energetica). Secondo le nuove norme, il documento deve essere fornito dal costruttore per i nuovi fabbricati, mentre per quelli esistenti, venduti o affittati, la responsabilità è del proprietario. Senza l'Ape i contratti di vendita e locazione saranno considerati nulli. L'attestato, redatto da un tecnico accreditato, ha una validità di 10 anni e deve essere aggiornato a ogni intervento che modifichi le prestazioni energetiche dello stabile.