La scienza non ha genere. Non è né uomo né donna. Da questo assioma è partito il confronto organizzato nella giornata dedicata alle donne nella scienza organizzata da Confapi Ancona in collaborazione con la Regione Marche. Di fronte ad una platea di studenti, moltissime le studentesse, c’è stato un interessante confronto tra alcune, ricercatrici ed accademiche che prima che studiose si sono definite “donne appassionate di scienza”.
Il confronto aperto dai saluti dal presidente di Confapi Ancona Michele Mencarelli, Patrizia Brega, Presidente del Gruppo Donne di Confapi e di Meri Marziali, Presidente della Commissione Pari Opportunità ha preceduto il saluto che l’Assessora Regionale Manuela Bora ha mandato attraverso un breve intervento ai presenti.
L’astrofisica marchigiana Francesca Faedi, pesarese, ed oggi disoccupata ha aperto la via agli accorati interventi delle colleghe presenti tutte accomunate dalla voglia di provare a trasmettere alla platea di adolescenti prossime a scegliere il proprio percorso di studi universitari che conciliare un lavoro di ricerca scientifica con la vita di donna e di mamma è possibile, che in un mondo di uomini come è ancora quello della comunità scientifica bisogna avere il coraggio di inserirsi credendo in sé stesse e nelle proprie capacità senza snaturare la propria personalità solo per essere meglio accettate. Tavolo di eccellenze, quindi, tra ingegnere, biologhe, costituzionaliste ed esempi concreti di chi non ha mollato nonostante le difficoltà oggettive.
“E’ vero – hanno puntualizzato un po’ tutte – che le donne all’università e nei centri di ricerca incontrano più ostacoli dei colleghi maschi nel fare carriera, e non per questioni di capacità e talento ma questa è una battaglia che si combatte da dentro il sistema perché solo dall’interno si possono sconfiggere certi pregiudizi”