Essere o non essere?

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Cosa ci aspetta in questo anno appena cominciato? Questa è la domanda che ci siamo posti come rivista in questo nostro primo numero dell’anno.
Imprese e cittadini guardano al 2012 con attesa, speranza e timore. Il tutto in uno scenario sempre più concitato e complesso in balia di informazioni positive e negative, buone e brutte, che creano, nella vita di tutti i giorni, un vero e proprio ginepraio in cui è molto difficile districarsi.
Il quadro è quindi confuso, con lo spread che si diverte a giocare sull’altalena, dove i giovani che hanno un lavoro sono dei fortunati e le aziende che riescono ad ottenere un pagamento nei tempi concordati dai propri clienti vivono la cosa come un privilegio, in quanto, la quotidianità è ben altra cosa.
Le manovre varate in questi ultimi mesi da qui a poco faranno sentire il loro peso e, ancor prima che gran parte dei provvedimenti abbiamo maturato un effetto reale sull’economia, i dati Istat rilevano che il divario retribuzioni-prezzi è ai massimi da 17 anni e gli stipendi ai minimi degli ultimi 12. Il contraltare di Bankitalia non è più roseo: il reddito delle famiglie italiane è diminuito tra il 1991 e il 2010 del 2,4% in termini reali. Crescono i poveri e la ricchezza è sempre più concentrata, infatti il 10% delle famiglie più ricche possiede il 45,9% della ricchezza netta totale del Paese (nel 2008 era il 44,3%).Questo è il teatro, di guerra verrebbe da dire, su cui ci muoviamo.
Eppure, al di la dell’Adriatico, una popolazione, quella croata, ha deciso di diventare il XXVIII Stato dell'Unione europea, dando fiducia ad un’istituzione su cui oggi tanti si ricredono. Al referendum i favorevoli all’ingresso della Croazia sono stati il 66%, mentre i contrari il 33%. Un’affluenza di poco superiore al 43%, la più bassa mai registrata, ma che rispecchia a pieno il recente euroscetticismo dominante di tantissime Nazioni.
Noi crediamo che la decisione presa dai croati sia giusta. Adriaeco da sempre comunica la vicinanza culturale e di intenti che le terre dell’Adriatico hanno, una loro genetica comune che trova il suo trait d'union proprio in questo mare e, che, supportate da una futura strategia macroregionale possano, in maniera più agevole, superare questo difficile momento dell’economia mondiale.

To be or not be?
What are our awaits about the year just begun? This is the question that we are placed in our first number of the year. Enterprises and citizens look at 2012 with wait, hope and fear. In the circumstances always more excited and complex at the mercy of positive and negative, good and bad information, that create, during the ordinary life, a real tight corner in which is very difficult to exit. The situation therefore is confused, the spread is going up and down, the young people that have a job are lucky and the companies that succeed to obtain a payment in the times agreed from own customers think to be privileged because the daily is very different. The economic manoeuvres of these last months will be heavy, the data published by Istat show a great difference between remuneration and prices. Nevertheless, beyond the Adriatic sea, Croatian people have decided to become the XXVIII State of EU. We believe that the decision taken by Croatians is right. Adriaeco all along talks about the similarity of ideas and cultural among the Adriatic territories.

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