Se la costa si sposta e l’inquinamento avanza…

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Del comitato spontaneo Dedalus, creatosi tra gli operatori del porto di Ancona si è già detto da queste pagine. E l’attenzione che Dedalus richiama nei confronti della qualità ambientale del porto di Ancona e di tutti i porti adriatici è quanto mai da tener desta, soprattutto in vista di grandi appuntamenti e con particolare riguardo ad eventi naturali di cui non si parla in maniera adeguata. Il 7 dicembre scorso, ad esempio, si è aperta la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, un appuntamento (è il quindicesimo quello di Copenhagen 2009) di cui per numero di partecipanti, Paesi rappresentati, leader mondiali presenti, non si può non tener conto. Lo ha fatto anche il ministro Stefania Prestigiacomo, nel momento stesso in cui ha “chiesto uno sconto” rispetto all’impegno preso con il Protocollo di Kyoto. Ma la revisione delle quote di emissione, alle quali l’Italia non riesce a far fronte, è stata negata dall’Unione europea e dal Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’UE, per cui l’Italia dovrà investire un miliardo di euro per nuovi impianti e per i permessi di un tetto quote frutto, secondo il ministro, di meccanismi di conteggio sbagliati.
Quella ambientale è sempre una partita importante da giocare sul fronte globale tanto da costituire un tavolo su cui mettere gli equilibri mondiali e una gestione difficile del sistema attuale profondamente in crisi. Il nuovo corso del presidente americano Barack Obama, un aumento costante di industrie in Cina, il petrolio… Ci sono associazione storiche di ambientalisti come WWF e Greenpeace pronte a diffondere la loro ipotesi di risoluzione: una rinegoziazione dello sviluppo del mondo che sia particolarmente attenta ai cambiamenti climatici in corso e ai loro effetti. Ma è poi giusto parlare di ambientalisti come dei vecchi difensori dell’ecologia? Oggi la salvaguardia dell’ambiente assume tutt’altro aspetto e coinvolge lo sviluppo economico del mondo e la salvaguardia del genere umano: c’è qualcosa di più in ballo ora che ce ne siamo resi conto.
E tutto diventa anche lotta di classe, lobbies che cercano di far valere il proprio potere, cittadini e operatori che cercano di difendere la propria salute…
D’altronde il dibattito sul carbone ha scaldato l’America, soprattutto nel momento in cui l’ex vicepresidente Al Gore e l’attuale presidente Barack Obama non si sono schierati dalla stessa parte. Molto schietto il vice di Clinton che ha parlato di una Coal Lobby molto potente e soprattutto che il “Clean coal is like healthy cigarettes: it does not exist!”, cioè che il carbone pulito, quello per il quale Obama ha sollecitato la ricerca (la stessa lobby del carbone ha deciso di investire 300 milioni di dollari in tre anni per convincere la popolazione che la tecnologia del carbone pulito risolverà tutti i problemi di impatto ambientale), non esiste, come le sigarette che fanno bene alla salute!
E metà dell’elettricità consumata negli USA è prodotta dal carbone (30% delle emissioni totali di gas serra).
“Anche nel porto di Ancona – sottolinea Giovanni Mauro, portavoce di Dedalus – stiamo combattendo l’inquinamento da carbone e non solo, ma qui si potrebbe parlare delle 3 C, ovvero Carbone, Caolino e Cereali. E’ quanto mai necessario risolvere questi problemi, anche se sappiamo perfettamente che il problema è comune a tutti.
Se ci presentassimo tutti insieme si avrebbe una maggiore possibilità di far sentire le nostre voci e far capire che in Adriatico abbiamo problemi seri di inquinamento! Da questo punto di vista il comitato spontaneo Dedalus si fa promotore e si mette a disposizione per l’organizzazione di un incontro tra porti dell’Adriatico che potrebbe svolgersi ad Ancona, data la centralità per tutti i possibili partecipanti italiani”.
Un altro problema di cui non si parla abbastanza è relativo alla possibilità, per il mare Adriatico, di diventare una sorta di grande lago: lo scenario sembra di quelli apocalittici, ma è ormai suffragato anche dal mondo scientifico che è in atto uno spostamento, una sorta di avvicinamento tra le due coste adriatiche e questo avviene oltre al fenomeno di subsidenza, ovvero l’abbassamento verticale della superficie terrestre, dovuto a cause diverse, dai processi tettonici alle oscillazioni del livello di falda per quanto riguarda i fenomeni naturali, ma che deve tener presente anche l’azione dell’uomo, per esempio lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, l’estrazione di idrocarburi, le bonifiche idrauliche…
Nel piano triennale 2009/2011 del Governo si è tornati a parlare di trivellazione nell’Alto Adriatico per sfruttare i giacimenti (30 miliardi di metri cubi estraibili di metano dalle piattaforme già presenti che hanno tutte nomi di donna), con la netta opposizione degli enti locali totalmente contrari e soprattutto preoccupati per le conseguenze dell’abbassamento dei fondali a seguito del pompaggio di metano. “Con il rigassificatore off shore in completamento al largo di Porto Viro – ha ricordato il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan – il Veneto contribuirà al 17% del fabbisogno nazionale di energia», indicando che in cinque anni di operatività del rigassificatore renderà disponibile una quantità di gas pari a quella che si avrebbe perforando i giacimenti presenti sui fondali delle coste venete”.
Del terremoto d’Abruzzo dell’Aprile scorso, il prof. Marcello Martini, direttore dell’Osservatorio vesuviano (struttura per monitorare il vulcano, ma che studia la complessità di una regione sismica come la Campania), ha detto che “è frutto di una distensione del terreno e dello scivolamento verso il basso di una faglia rispetto all’altra, con la zona adriatica che si sta spostando verso le regioni slave”. Questo è oggi rilevato con molta più chiarezza rispetto al passato grazie alla strumentazione e ai rilevatori GPS che, piantati in alcune zone del territorio italiano, aiutano gli scienziati a individuare tutti i movimenti della crosta terrestre, anche quelle minimi, come appunto lo spostamento della costa adriatica che è di circa un centimetro l’anno.
“C’è da chiedersi – dichiara ancora Giovanni Mauro – se questo spostamento della costa adriatica e la subsidenza del nord siano tenuti presenti in ottica di realizzazione di grandi infrastrutture. La lungimiranza che permette di vedere ben oltre il naso, in questi casi è ancora più determinante!
Per esempio, passando dalla larga scala adriatica a una sezione di territorio piccola come quella tra il Monte Ardizio (PU) e Civitanova Marche (MC), in notevole movimento negli ultimi tempi, al punto da far registrare numerosi crolli e frane a mare, c’è da chiedersi: che fine farà la massicciata della ferrovia? Non sarebbe il caso di finanziare uno studio, regionale o interregionale (Abruzzo, Marche, Emilia Romagna) per capire come muoversi? D’altronde se il problema geologico è difficile da governare si possono prendere decisioni di un certo tipo che considerano la sparizione di molte delle attività dei porti e delle coste, ma se ci sarà ancora la possibilità di fare qualcosa, deve essere possibile intervenire seriamente, con degli esperti, quelli veri, che siano in grado di studiare interramenti seri che non siano soluzione per un territorio e danno per gli altri”.

If the coast is shifting and the pollution proceed…
From the spontaneous committee Dedalus, created between the workers of the Ancona docks we have already told in these pages. The attention that Dedalus recalls regarding the environment quality of the Ancona dock and of all the Adriatic docks, it’s important, above all in view of great appointments and with great attention to natural events about which it’s not spoken enough. On 7th December, the ONU Conference was opened about the climatic changes, an appointment (is the fifteenth those of Copenhagen 2009) of which for number of participants, represented Countries, world-wide leaders, wet can’t consider.
Also the minister Stefania Prestigiacomo, in the same moment in which “she has asked a discount” respect the engagement taken with the Protocol of Kyoto. The environment fight is always an important game to play for everybody, in so much as to constitute a table on which putting the world-wide equilibriums and a difficult management of the actual system hutted by a deep crisis.
The new American President Barack Obama, a constant increase of industries in China, the oil… There are historical association of environmentalists like WWF and Greenpeace ready to diffuse their hypothesis of resolution: a renegotiation of the development of the world that is particularly careful to the climatic changes and to their effects. But it’s right to talk about environmentalists like of the old defenders of the ecology?
Today the safeguard of the environment assumes another aspect involving the economic development of the world and the safeguard of the human race: there is something more involved now we realize it. Every thing becomes fight class, lobbies that want to be worth their power, citizens who try to defend own health… However the debate about coal has heat up America, above all in the moment in which Al Gore and the President Barack Obama has not lined up themselves from the same part. Clinton has spoken about a Coal Lobby very powerful and above all that the “Clean coal is like healthy cigarettes: it does not exist! ”, that is the cleaned up coal, that one for which Obama has sped up the search, doesn’t exist, like the cigarettes harmful for the health! “Also in the Ancona dock – Giovanni Mauro emphasizes, spokesperson of Dedalus – we are fighting the pollution from coal and not only, but here we could speak about the 3 C, that is Coal, Kaolin and Cereals. It’s necessary to resolve these problems, even if we know perfectly that the problem is common to everybody. If we present ourselves would have a greater possibility to make feel our voices and to understand that in the Adriatic sea we have serious pollution problems! From this point of view the spontaneous committee Dedalus is the organizer and put on hand itself for the organization of the meeting between Adriatic docks that could be taken place at Ancona”.

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