Se la lungimiranza fose un venticello

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Qualcuna, perché di donna si tratta, aveva sorriso all\’idea di un giornale per il bacino dell\’Adriatico, in doppia lingua, italiano e inglese, una rivista che aveva avuto la capacità di intravedere, in lontananza, uno spostamento di grandi attenzioni e interessi in questa parte del mondo, in previsione, quindi, della creazione di un\’euroregione e di una macroregione adriatico – ioniche. Per strette conoscenze e \”parentele\”… di flauto, puntava ad altro, pensando che quello fosse il mondo. Altro mare, altre situazioni, altre possibilità. Puntava al Tirreno, ad esempio e ai suoi porti, buttando indifferenza totale sopra quelli dell\’Adriatico, anche se non propriamente sopra tutti, perché alcune realtà proprio non possono essere ignorate. Oggi, dopo che con ritardo anche il Tirreno vorrebbe organizzarsi in una macroregione, pur se, da quel che si sa, l'idea non decolla, la sorpresa è che quell'idea che faceva sorridere, in doppia lingua perché lungimirante, è diventata una realtà da imitare, alla quale si vorrebbe assomigliare sempre di più, allargando i propri orizzonti e affrontando argomen¬tazioni per le quali non tutti sono preparati e che non si improvvisano. Dal nostro punto di vista, la tuttologia non è mai stata una scienza esatta! Ma c'è dell'altro.
Pur in argomenti specifici e sui quali si dovrebbe essere preparati, pur se in ottica di mari e di porti, sono in molti a non aver capito, a non aver saputo "leggere" la situazione in evoluzione, soprattutto quando la strada da percorrere è diventata decisamente sotto gli occhi di tutti. Oggi, forse, è troppo tardi. E allora, sorvolando su alcune polemiche, è bene tuffarci subito in altre. Sulla scarsa preparazione e professionalità, ad esempio, di chi è preposto a fare scelte per i porti e che dovrebbe non solo dotare il settore di leggi funzionanti, ma avere anche la capacità di guardare al di là del naso. Già, torniamo a parlare di lungimiranza in queste pagine, un oro preziosissimo per questi nostri tempi che nessuno, però, possiede. Da tempi immemorabili, in Italia, tutti gli investimenti sono rivolti al traffico mercantile, ma nessuno ha fatto due conti con i dati del settore che sono in ribasso e sono stati ulteriormente ridotti dalla crisi economica. Da tempo immemorabile, in Italia, nelle infrastrutture portuali non è stato speso il benché minimo becco di un quattrino a favore di quel traffico passeggeri che è invece costantemen¬te in aumento. Non solo per le crociere, con le compagnie di navigazione che, mettendo in atto serie strategie operative, hanno abbassato i prezzi, dando a tutti, o quasi, la possibilità di una vacanza a bordo di una nave di lusso e stanno aumentando notevolmente il numero dei passeggeri a bordo, con navi sempre più capienti e più strutturate, ma i dati sono in aumento anche per la traghettistica "minore" che è in grado di spostare ugualmente grandi numeri! Altra considerazione da fare: nel trasporto merci via mare prevale, con un 41% sul totale, la cosiddetta "rinfusa liquida" (in buona parte petrolio greggio). Ma quando il petrolio sarà sostituito? D'altronde non si può nascondere la testa sotto la sabbia, è una situazione alla quale si sta tendendo! I passeggeri che transitano per i porti italiani sono poco più di 49 milioni (a differenza dei 130 che viaggiano in aereo) e in termini assoluti stanno calando rispetto agli anni precedenti, pur se aumentano le navi da crociera e le offerte. Forse mancano parcheggi, forse servizi di base, forse sarebbe il caso di togliere un po' di spazio alle merci per riconvetire certe aree, rendendole decorose e destinandole al traffico passeggeri. Perché le esigenze cambiano. E se si fosse tenuto maggiormente presente come eravamo, magari qualche passo in più, in avanti, si sarebbe potuto compiere…Già, come eravamo…quando il trasporto era solo via mare, ai tempi del Titanic e del Queen Mary, per capirci,
cioè tra l'Ottocento e il Novecento, quando città galleggianti portavano passeggeri da una parte all'altra del mondo. E a bordo? Tutto il meglio del meglio, per chi poteva permetterselo, con un'idea di lusso che è rimasta nell'immaginario collettivo mentre qualcosa è andato ad arricchire le collezioni dei privati. Perché la rivoluzione industriale aveva portato un sacco di mutamenti e, con essa, l'avvio di alcune innovazioni tecnologiche aveva rivoluzionato i processi produttivi di costruzione delle navi, con una maggiore sicurezza per i passeggeri a bordo.
Ovviamente fu rivoluzionato anche il trasporto delle merci e furono adeguati i porti. Cosa che non si fa più. Se volessimo tracciare un bilancio, magari in questi tempi di bilanci dovuti ai 150 anni dall'Unità d'Italia, si dovrebbe sicuramente far riferimento al completo ignorare, soprattutto nell'ultimo mezzo secolo, di quella tradizione economica e sociale plurimillenaria, rappresentata dai traffici marittimi, fondamento della nostra
civiltà!

If the farsightedness was a light breeze
From time immemorial, in Italy all the investments are addressed to the merchant traffic, but nobody has check the falling data of the sector further reduced by the economic crisis. For a long time, in Italy, for the harbour infrastructures have not been spent any money in favour of passengers traffic that growths constantly. The data about the number of passengers, growth not only thanks to the cruises but also for the small ferry that produce great numbers! Other consideration: in the transport of goods by sea prevails, with 41 % on the total, the "liquid bulk" (great part crude oil). But when the oil will be replaced? The passengers who pass for the Italian ports are about 49 million (with the exception of 130 that travel by airplane) in absolute terms is decreasing regarding the last years, also if the cruise ships and offers are increasing. Perhaps there is the lack of parking, perhaps base services, maybe would be the case to remove the space created for the goods in order to reconvert some areas, addressing them to the passengers traffic. If someone had considered as we were, even some more step, in ahead, could have completed… Yes, as we were… when the transport was only by sea, at the time of the Titanic and Queen Mary, when floating cities carried passengers around the world. And on board? All the best is remained in the collective imagination while something has gone to enrich the collections of the privates. If we want to trace a reporting, even in these times of reporting in which we celebrate 150 years of the Unit of Italy, we would surely point out the completely unaware, above all in the last half century, of the economic and social thousand year tradition, represented by the sea traffics, base of our culture!

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