Unioncamere Marche, le aziende ripartono a settembre con ordini per sei settimane

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Produzione garantita per sei settimane, grazie alle richieste di acquisto arrivate tra aprile e luglio. Poi bisognerà attendere nuovi ordinativi dal mercato interno e da quello estero. E’ questa la situazione con la quale sono andate in ferie le imprese marchigiane, secondo la “Giuria della Congiuntura”, indagine trimestrale realizzata dal Centro Studi Unioncamere delle Marche.
“Si tratta” commenta il presidente regionale Unioncamere Alberto Drudi “di un dato in linea con i trimestri precedenti, ma è innegabile che una certa inquietudine esista tra le imprese marchigiane per quanto riguarda i prossimi mesi, anche se i nostri dati confermano una crescita di produzione, fatturato e ordinativi per il secondo trimestre consecutivo, grazie soprattutto alle esportazioni.” Tra aprile e i primi di luglio la produzione delle imprese industriali e artigiane delle Marche, secondo l’indagine Unioncamere, è aumentata del 2,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, così come il fatturato, mentre gli ordinativi hanno registrato un incremento dell’1,5 per cento. Vola il fatturato estero che cresce del 5,2 per cento. Torna a crescere anche la produzione delle imprese artigiane (+1,6 per cento) anche se in questo comparto l’export non decolla ancora (-0,5%).

Tra i settori è quello delle pelli, cuoio e calzature a registrare i risultati migliori, grazie ad una crescita della produzione del 5,5 per cento, del fatturato del 4,6 e degli ordinativi del 4,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Positivi anche i dati della meccanica con un incremento del 5,0 per cento della produzione e del 4,8 per cento del fatturato. Bene le macchine elettriche ed elettroniche con un incremento della produzione del 3 per cento e del fatturato del 5,5. Perdono qualcosa le industrie alimentari con la produzione a -1,4 e il fatturato a -1,2 mentre anche nel tessile abbigliamento proseguono le difficoltà con la produzione in calo dello 0,7 per cento e il fatturato dello 0,8 per cento. Stazionari il mobile, l’energia, la chimica e le altre imprese manifatturiere.

Confermando le tendenze degli ultimi trimestri, sono le aziende di medie e grandi dimensioni a far registrare i risultati migliori: produzione che cresce del 3,5 per cento tra i 50 ed i 499 dipendenti e del 2,2 per le imprese tra i 10 ed i 49 dipendenti mentre cala dello 0,9 per le aziende fino a 9 dipendenti. Un risultato dovuto alla maggiore capacità delle grandi aziende di accedere ai mercati esteri. L’incremento di produzione, fatturato e ordinativi riguarda tutte le province marchigiane, con Fermo che fa registrare i risultati migliori (tutti gli indicatori tra il 2,9 e il 3,5 per cento in più) trainata dal distretto calzaturiero che ha visto il fatturato estero crescere di oltre il 7 per cento. “Complessivamente” secondo Drudi “i nostri dati fotografano un sistema produttivo tra luci e ombre. Alcune incognite si profilano all’orizzonte a causa della debolezza della domanda interna, delle violente turbolenze finanziarie globali e della stretta sui conti pubblici, con conseguenti minori risorse per gli incentivi alle imprese. Né le recenti manovre finanziarie, ancora in corso, sembrano aver fugato i timori di una fase recessiva per consumi ed investimenti.”

Incertezze che si ripercuotono sulla fiducia delle aziende marchigiane per il futuro: infatti il 28 per cento delle imprese interpellate dal Centro Studi Unioncamere ha affermato di temere un calo della produzione e del fatturato nei prossimi mesi mentre il 58 per cento pensa di mantenere i livelli attuali e solo il 14 per cento pensa di aumentare ancora i livelli produttivi.” La precarietà della situazione congiunturale è confermata dai dati sulla Cassa integrazione che, malgrado l’aumento della produzione, nel secondo trimestre del 2011 è tornata a crescere rispetto ai tre mesi precedenti di poco meno di 800 mila ore ha visto un calo di 660 mila ore (da 6.044.452 a 6.830.840 ore). Una crescita imputabile esclusivamente alla Cassa integrazione in deroga (da 2,4 a 3,4 milioni di ore) mentre quella straordinaria è aumentata di sole 100 mila ore e la gestione ordinaria ha visto un calo di quasi 300 mila ore. Nei prossimi mesi proseguirà l’impegno di Unioncamere, in particolare sui mercati internazionali, anche attraverso una politica di rafforzamento degli strumenti, delle professionalità e delle strutture di promozione all’estero.

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