Congiuntura nel Nord Est: il 17,3% degli imprenditori del Fvg prevede una nuova diminuzione degli organici

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In Friuli Venezia Giulia, come nel resto del Nord Est, il clima di fiducia del sistema produttivo risulta in peggioramento per la seconda parte del 2011. Torna a prevalere la quota dei pessimisti su quella degli ottimisti, fatta eccezione per il dato sugli ordini dall’estero. Il consuntivo della prima metà dell’anno evidenzia, in effetti, una battuta d’arresto del processo di recupero dei valori pre-crisi iniziato nel 2010. E’ ancora prematuro però parlare di una nuova fase di contrazione, anche se tutti i parametri mostrano un rallentamento – rispetto al progressivo lieve miglioramento degli ultimi semestri – che coinvolge l’intero Nord Est, seppure con intensità differenti.
E’ quanto emerge dall’indagine “La congiuntura nel Nord Est – Focus sul Friuli Venezia Giulia” promossa dalla Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e realizzata dalla Fondazione Nord Est, che ha visto protagonisti circa 1.000 titolari di imprese attive nelle regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. La ricerca si è svolta tra il 7 e il 26 settembre 2011, le aziende selezionate appartengono a tutti i settori economici (industria, commercio, servizi alle imprese, servizi alle persone) e contano più di 10 dipendenti in organico.

Previsioni secondo semestre 2011 – Focus Friuli Venezia Giulia
Nella seconda parte del 2011, il 24,6% degli imprenditori del Friuli Venezia Giulia (era il 26,5% nel primo semestre) prevede una crescita della produzione, ma è ben il 28,7% a prospettare una flessione (anche nel Nord Est diminuiscono le aspettative: crescita per il 26,1% e diminuzione per il 27,9%). Per quanto riguarda invece il fatturato, il 28,6% si aspetta un aumento (era il 31,7), contro il 22,7% che presume ci sarà una diminuzione (nel Nord Est si registrano rispettivamente: 27,6% e 31,9%).

Emergono prospettive in deciso peggioramento anche sul fronte della domanda interna con un saldo di opinione nel Nord Est – la differenza tra la percentuale del campione che ha dichiarato un incremento e viceversa coloro che hanno espresso una diminuzione – che torna in negativo: da +8,9 a -6,8. Nelle attese degli imprenditori friulani, in particolare, prevale l’indicazione di flessione per gli ordini interni (26,4%), rispetto al 18,1% che immagina una crescita. La situazione migliora invece, anche se con meno slancio rispetto al 2010, in riferimento agli ordini dall’estero (il 13,8% in Friuli Venezia Giulia si attende un semestre in crescita, il 9,6% in calo e il 76,6% stabile), dove, in linea con le aspettative degli imprenditori del Triveneto, il saldo di opinione passa da +11,4 a +7,1.

Per le imprese nordestine continuano a rimanere negative anche le prospettive occupazionali: il 16% prospetta una diminuzione degli organici (è il 17,3% tra gli imprenditori friulani), solo il 7,9% una crescita (il 9,0% in Friuli Venezia Giulia), mentre prevale ancora la stabilità secondo il 76,1% del campione (il 75,7% del panel friulano).

Cresce, infine, la quota di chi prevede di ridurre gli investimenti: dal 12,4% al 17,7% e il dato risulta in linea in Friuli Venezia Giulia dove il 17,3% prevede un aumento e il 19,2% (dal 13,9%) una flessione.
Consuntivo primo semestre 2011 – Focus Friuli Venezia Giulia

Nella prima metà dell’anno a soffrire maggiormente sono state le imprese di più piccole dimensioni, ma anche le più strutturate hanno mostrano segni di difficoltà. Nel Triveneto la quota degli intervistati che ha dichiarato un aumento della produzione scende dal 37,5% al 33,1% rispetto al semestre precedente. In Friuli Venezia Giulia, in particolare, la situazione sembra essere più stabile: la crescita della produzione coinvolge il 33,3% delle imprese (rispetto 34,9% del secondo semestre 2010), ma il saldo di opinione aumenta da +1,8 a +4,2.

Il fatturato risulta in crescita solamente per il 30,7% degli imprenditori (rispetto al precedente 38,2% di fine 2010). L’industria, pur in rallentamento, continua a reggere, crollano però i valori delle imprese di costruzioni, causando un peggioramento rilevante del saldo di opinione. La situazione migliora leggermente in Friuli Venezia Giulia dove, invece, il fatturato viene indicato in crescita dal 31,5% del campione, con un saldo pari a +0,3.

Prendendo in esame il portafoglio ordini delle imprese nordestine, solo il 24,7% segnala un miglioramento, mentre è ben il 30,7% a peggiorare, con un saldo sintetico di -6 (dal +2,7 del secondo semestre 2010). In linea anche i dati del Friuli Venezia Giulia, dove le realtà in crescita calano al 26,2% dal 35,1% del precedente semestre, con un saldo pari a -5,6 (da +3,7). Rimane ancora limitato, e in calo, l’orizzonte temporale di lavoro assicurato: quattro imprese su dieci lavorano sul brevissimo periodo (meno di un mese).

Si confermano le tensioni sui costi di produzione: raggiunge il 74,7% la quota di chi lamenta una crescita delle materie prime. Per limitare il rischio di una contrazione dei margini, il 36.2% degli imprenditori intervistati dichiara di aver trasferito sui listini aziendali parte dei maggiori costi sostenuti.

Negli ultimi dodici mesi, le imprese nordestine hanno indirizzato l’84,5% delle vendite in Italia (in calo, con un saldo di opinione che passa da -3 a -11,7), il 10,3% nella UE e il 5,2% nei mercati extra UE, dove si registra un trend in crescita, ma rallentato, con una quota sempre maggiore di aziende che dichiara stabilità (71,1%). In Friuli Venezia Giulia il 36,5% delle imprese afferma che le vendite in Italia sono diminuite, mentre il 20,9% aumentate. Risulta, viceversa, in crescita il mercato estero per il 21,8%, con un saldo pari a +9,5. In particolare, la crescita è indicata dal 17,4% in UE e dal 12,6% nell’extra UE.

La maggior parte del campione sceglie di mantenere costanti gli organici aziendali (il 65,1% nel Nord Est e il 61,2% in Friuli Venezia Giulia), ma non diminuisce la quota di coloro che decidono invece di ridurli (rispettivamente il 22,2% e il 25,3%)

Sono ancora rilevanti le tensioni sugli incassi indicati in ritardo dal 59,7% del campione nordestino (il 63,8% di quello friulano). La liquidità è giudicata normale dal 64,8% delle imprese, insufficiente dal 30,8% (rispettivamente il 60,8% e il 35,3% in Friuli Venezia Giulia).

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