Calano quelle manifatturiere. L’ultimo rapporto sulla situazione economica in provincia di Udine. Analizzata l’evoluzione dei tre Distretti principali Tra le imprese in provincia di Udine crescono quelle di servizi, calano le manifatturiere, si registra una certa frammentazione nell’edilizia e un crollo nell’agricoltura. È quanto è emerso dal Rapporto «Lo sviluppo locale in Friuli Venezia Giulia», realizzato nell’ambito dell’Osservatorio Ires del Friuli Venezia Giulia sulle trasformazioni economiche e sociali della regione. L’indagine, presentata oggi a Udine da Enzo Forner vicepresidente di Ires Fvg, ha la finalità di verificare la presenza sul territorio provinciale di esperienze d’intervento basate sull’approccio dello ’sviluppo localè per fronteggiare gli effetti della crisi economica globale nelle tre aree del Distretto della Sedia (Manzanese), della Comunità Collinare del Friuli (Sandanielese) e della Bassa Friulana, dove la ricerca ha interessato una trentina di enti ed aziende. In quanto a numero di imprese attive, tra il 2001 e il 2009 la Bassa friulana ha tenuto (-1,4%), mentre la Comunità collinare (-7,9%) e il Distretto della sedia (-10,3%) hanno sofferto un’emorragia di imprese fino a 2-3 volte superiore alla media provinciale (-3,2%) e regionale (-3,6%). Se si esclude l’agricoltura, il bilancio è però positivo ovunque tranne che nel Manzanese. Nelle stesse aree la variazione negativa nelle assunzioni tocca punte del 30% tra il 2008 e il 2009, ma dal 2010 l’andamento si stabilizza e nel Sandanielese c’è pure una ripresa, con un +10% rispetto all’anno precedente. Analizzando la situazione per settori, l’agricoltura si situa tra il -17,9% della Bassa e il -25,1% del Distretto della sedia, dove l’edilizia tocca invece il +22,8% – ma si tratta dell’effetto della crisi: molti lavoratori escono dalle imprese più grandi e si mettono in proprio – e i servizi il +13,5%. In forte calo è l’industria: dal -7,1% del Collinare al -18,5% del Distretto della Sedia. «Per affrontare la crisi in queste aree – ha detto Forner – occorre favorire un’integrazione e rafforzare la capacità di tutti gli attori locali di lavorare in rete e di definire obiettivi e interventi condivisi»
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