Slovenia e FVG, le linee d’azione comuni

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No al rigassificatore di Zaule, sì
all’obiettivo di una politica agricola comune, più cooperazione
nel turismo, consolidamento nelle strategie di protezione civile,
soluzioni congiunte nella sanità e nelle politiche sociali: sono
le prese di posizione e gli impegni che emergono dalla
Dichiarazione finale di Regione Friuli Venezia Giulia e
Repubblica di Slovenia approvata al termine dei lavori del
Comitato congiunto che si è riunito oggi a Trieste per la terza
volta in sessione plenaria.

Le delegazioni delle due istituzioni erano guidate,
rispettivamente, dalla presidente della Regione e dal vicepremier
e ministro degli Esteri sloveno Karl Erjavec.

Sul progetto del terminal di rigassificazione “le Parti hanno
riaffermato la loro opposizione in merito”, mentre “è stata
aggiornata e potenziata la cooperazione tra le Agenzie per la
protezione dell’ambiente di entrambe le Parti”.

Per quanto riguarda il settore primario, Regione e Slovenia
“sostengono la collaborazione nell’ottica di plasmare la politica
agricola comune (PAC)”; inoltre, la vicina Repubblica “favorisce
gli impegni volti a prolungare le misure di ammortizzazione delle
conseguenze per l’agricoltura dovute all’applicazione delle
disposizioni Natura 2000 seguendo il modello di protocollo
Prosecco”. Viene promosso il confronto bilaterale per la
creazione della prima Doc transnazionale del vino “Terrano/Teran”.

“Prodotti transfrontalieri integrati”: sono la ricetta per
incrementare la cooperazione nel settore del turismo “sulla base
di un patrimonio culturale e naturale rivitalizzato” e puntando
alla gestione integrata e sostenibile di una rete di castelli,
giardini, storici, ville e vigneti.

In vista di Esof 2020, con Trieste capitale della scienza,
saranno promossi eventi congiunti con il coinvolgimento
dell’Europa e dei Balcani occidentali. In generale, nel campo
della ricerca la collaborazione tra Friuli Venezia Giulia e
Slovenia avrà come focus le nanotecnologie e le tecnologie
marittime. Se la cooperazione nella protezione civile,
“tradizionalmente ben consolidata”, si indirizzerà nel
potenziamento dello scambio di informazioni (specie nelle zone
non coperte da rete), si confermerà sul rischio sismico e si sta
avviando anche sul numero unico di emergenza, nel campo
dell’istruzione “le Parti auspicano l’ideazione di nuovi percorsi
progettuali”. Di fronte all’obiettivo “favorire e diffondere la
conoscenza e l’implementazione dell’uso della lingua italiana e
slovena a livello scolastico e nell’ambiente familiare”, si punta
ad ampliare lo scambio di mobilità e formazione di studenti e
insegnanti.

Per quanto riguarda le politiche sociali e sanitarie, il Comitato
congiunto ha varato tre sottogruppi di lavoro che si occuperanno,
rispettivamente, di deistituzionalizzazione della salute mentale;
infezioni ospedaliere e sorveglianza microbiologica ovvero
resistenza antimicrobica; direttive sull’applicazione dei diritti
dei pazienti nell’assistenza sanitaria transfrontaliera.

Infine, per quanto riguarda la cultura, il ministro Gorazd Žmavc
ha parlato di “grandi risultati raggiunti” nell’ambito di “una
collaborazione e un’atmosfera piacevoli”. Oltre all’impegno sulla
valorizzazione delle minoranze e il sostegno della candidatura
comune del “Paesaggio rurale Collio/Brda tra Isonzo e Judrio” a
patrimonio mondiale dell’umanità, “le Parti intendono promuovere
e valorizzare il patrimonio della Grande Guerra anche in termini
di turismo sostenibile e consapevole incrementando, in
particolare, il potenziale attrattivo di siti e monumenti di
grande significato storico e simbolico”.

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