Il progetto sotenibile crea senso e divertimento

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L\’uomo cerca di attribuire senso e significato a ciò che vive, alle relazioni che stabilisce tutti i giorni. La vita e i suoi accadimenti continuano a colpire – tsunami, guerre, bombe, uragani, tecnologie di offesa – i mutamenti sono temuti o previsti ma, proprio perché in qualche modo attesi, non suscitano stupore. Nel grigiore dell'assuefazione sembra consumarsi una omogeneizzazione del destino, un'accettazione preliminare della fine incombente. Si tratta di quella che Spinoza chiamava "Epoca delle passioni tristi". L'arroccamento del quotidiano è interrotto da una specie di rimpianto declinato al futuro, impegnato a definire quello che si dovrebbe fare. E in questo senso uno dei temi oggi più diffusi è quello ambientale, la cosiddetta sostenibilità.

Sostenere il peso dell'ambiente? Sostenere il peso dello sviluppo? Sostenere il peso del risparmio energetico? Appena si pronuncia la parola sostenere, automaticamente un peso si associa. Più che nani seduti sulle spalle dei giganti, come scriveva Kant, oggi ci sentiamo nani che portano giganti seduti sulle loro spalle. Come fare per liberarci da questi pesi, per passare dall'epoca dei pesi da sostenere a quella delle forze da liberare? In qualche luogo, prevalentemente lontano dalle rotte mediali, qualcosa accade: piccoli segni avanzati, di persone che costruiscono ambiente e futuro nel rispetto e nella valorizzazione del mondo naturale e culturale. Sono progetti di progetto, luoghi nei quali isolati sogni, di un destino finalmente positivo, valorizzano lo spirito del fare.

E' qui molto spesso il design, quello concreto, che agisce prima che gli oggetti si faccian moda, a farsi carico di una visione innovativa che ribalta il paradigma della quantità, che pensa gli oggetti e gli ambienti come qualità, come enti connessi, come modi abitare le persone, le cose, la natura, non come isole, come contrasto, come lotta, come barriere. Il futuro non è, non può essere, esclusiva della punta estrema della ricerca tecnologica applicata, il futuro è nel pensiero che valorizza il patrimonio tradizionale di cultura, in sé ricco di potenzialità ecologiche.

Quando i paradigmi si ribaltano: il paesaggio naturale entra nel progetto dell'artificio, ponendo il luogo, per esempio la casa come biosfera, al centro delle coordinate ideative. Non si tratta di proporre un modello di sviluppo regressivo che identifichi un nostalgico ritorno a modalità passate, ma di elaborare una attualità tecnologica che consenta il miglioramento delle condizioni materiali, avendo ben presente l'obiettivo non solo di mantenere, ma anche di recuperare una dimensione culturale capace di amare le diversità e poi la capacità di restaurazione delle risorse naturali.

Essere Eco (oikos – cura della dimora) significa realizzare progetti che sia possibile costruire con culture tradizionali, ma anche ideologicamente moderne, grazie alla collaborazione e al dialogo tra territorio, forma costruita e materia. L'unica prospettiva possibile è quella di un progetto che intenda gli oggetti non più come un contenitore delimitato, finito, chiuso in sé e nel suo ciclo produzione – uso – rifiuto, ma come il teatro di interrelazioni tra uomo, ambiente, assenza, presenze ed essenze: un insieme vibrante e mutevole, indefinibile nelle dimensioni del tempo e dello spazio.

Tradotto in termini progettuali questo significa rigenerazione, significa progettare cose pensando al loro riuso, a una nuova destinazione formale e funzionale. Significa oggetti che generino consapevolezza: la materia prima è energia, costa energia, l'oggetto consuma energia, aria, carburante, elettricità, il rifiuto è energia che gettiamo contro la natura. Agire con responsabilità deve significare risparmiare energia, lavorando la materia – energia, recuperandola e poi ancora lavorandola. Punto centrale, di partenza ed elaborazione del progetto diventa, quindi, il riconoscimento della molteplicità, vera ricchezza del territorio italiano. I nostri paesaggi, i saperi artigianali, le competenze culturali, il pensiero interdisciplinare, sono le coordinate fondative e distintive della nostra Italia.

Dare struttura e contenuto all'ambiente umano significa privilegiare l'innovazione sulla novità, costruire mondi percettivi e funzionali, culture del buon vivere e non del comfort a ogni costo, sistemi e non solo prodotti. I progetti con un significato ambientale, oggi prodotti da minuscole e rivoluzionarie aziende italiane, nascono secondo criteri ispirati non solo dai classici principi forma – funzione, ma soprattutto dall'idea di trasformare in valore le competenze, i saperi presenti nelle fabbriche di progetto. L'Italia è fatta di terre di progetto che molto spesso diventano prodotti invisibili, o automazioni industriali, oppure prodotti – sistemi che il consumatore può anche non percepire o non conoscere (sistemi per l'edilizia o l'architettura).

Che mondo, che casa scaturisce da queste considerazioni? Un mondo olistico, che guarda L'oggetto inserito in un insieme, che conferisce valore ai processi (prima della viabilità dobbiamo ragionare in termini di mobilità, di necessità di spostarci), che guarda e analizza i flussi collettivi per definirne le regole. La casa, da contenitore di oggetti, deve diventare contenitore di persone e sentimenti che, grazie a tecnologie sensibili, permettono di costruire un'alta qualità degli ambienti e dell'Ambiente.

Quindi le sfide che ci aspettano sono nella costruzione di oggetti consapevoli (la conoscenza genera il cambiamento dei comportamenti), nella analisi dei flussi delle persone e delle merci, nel progetto che guarda olisticamente il tempo e quindi che si occupa della Terra. Il tutto senza dimenticare, come scrive un protagonista dell'Associazione Transition Cities, "If it isn't fun, it isn't sustainable" (Se non è divertente, non è sostenibile).

The sustainable plan creates sense (and fun)
In this time of sad passions (cit. Spinoza), one of the most spread themes is the environment, so-called sustainability. Often the design acts before that the objects create fashion, it is able to take on an innovative vision that looks the objects and environments as two joined elements. To be sustainable means to realize plans that is possible to construct with traditional cultures, but also ideologically modern, thanks to the collaboration and dialogue between territory, built shape and matter. It's need to start a plan that sees the object not more like a limited container, closed in its production cycle use – refusal, but like a place of interrelations between man, environment, presences and essences. It means objects that produce knowledge: the raw materials is energy, the object consumes energy, air, fuel, electricity, the refusal is energy that we throw against the nature. To act with responsibility must mean to save energy, working the matter – energy, recovering it and still working it. The plans with an environmental meaning, today produced by small and revolutionaries Italian companies, were born according to criteria inspired not only by the classics ideology form – function, but above all from the idea to transform in value the competences and the knowledge. Italy is the heart where the plan usually becomes invisible, industrial automation or products – systems that the consumption can also not perceive or not know. Which world, which house comes after these considerations? The home must become container of persons that thanks to sensitive technologies, allow to construct an high quality of atmospheres and of the environment.. Without forget, as the protagonist of the Association Transition Cities writes, "If it isn't fun, it isn't sustainable".

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