Scenari e ottiche complementari per vincere

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“Non si vive di soli containers, ma la competizione globale si gioca sui containers”.
E’ quello che ha dichiarato Giacomo Borrus dell’Università di Trieste parlando di porti e infrastrutture per lo sviluppo dei traffici, sottolineando come stiamo soffrendo della concorrenza dei porti del nord Africa, di come il nord Adriatico stia perdendo terreno e di come, invece, siano particolarmente vivaci le sponde balcaniche, tanto da prendere sempre più campo le ipotesi di corridoi europei che si spostano, magari verso Bar (Montenegro), per raggiungere il nord dell’Europa. E in uno scenario in movimento, soprattutto dopo la crisi, il nostro sistema di porti sembra reagire poco e lentamente, diversamente da ciò che succede in tutto il resto del mondo che ci interessa direttamente. In queste evoluzioni rapide e dinamiche, il fattore tempo è fondamentale e i porti italiani sono perdenti su tutto. Nel comparto del trasporto merci via mare, il trend sembra indicare l’uscita dalla crisi, anche se i valori non hanno ancora raggiunto quelli che si registravano prima del 2009. Al contrario di quanto avviene via mare, con il trasporto aereo i risultati raggiunti sono già più che positivi. Intanto la stazza delle navi cresce: le prossime, già in cantiere per la Maersk, saranno in grado di contenere 18.500 containers e questo dovrebbe far cominciare a pensare alle necessarie modifiche dei porti per mantenersi nelle rotte di siffatte imbarcazioni.
Nel frattempo la crisi ha colpito maggiormente i porti di transhipment, come Gioia Tauro, Taranto e Cagliari. Ancona e Venezia sono leggermente in aumento, ma tali incrementi non hanno proprio nulla a che vedere rispetto alla crescita dei traffici del 50% del porto di Koper. E se nell’Alto Tirreno circolano 3,9 milioni di containers, nell’Alto Adriatico (più il porto di Ancona) si arriva appena a 1,6 milioni. Il porto di Genova continua a detenere moltissimi primati, a cominciare dal maggior numero dei containers movimentati. Trieste mantiene il primato delle rinfuse liquide, Ravenna quello delle rinfuse secche. Ma Genova ha anche il maggior numero di collegamenti, mentre in tutto l’Adriatico non salpano navi per l’America e l’Australia, ma al massimo per il Mar Rosso e per l’Oriente. Ci sono però molti più collegamenti di short sea shipping, quelli a corto raggio, che collegano più porti. Ad esempio ci sono moltissimi viaggi verso l’hub di Gioia Tauro (lo stesso porto di Ancona ha 17 collegamenti mensili). Ma la necessità più grande è quella di non considerare i porti come avversari fra loro, ma come complementari, per raggiungere l’obiettivo dell’intercettazione dei traffici di passeggeri e merci. A guardarli bene, Adriatico e Tirreno sono due gateway: quello est per la connessione Adriatico – Baltico e quello ovest per il collegamento Genova – Rotterdam. Non alternativi, quindi, ma complementari e vincenti: questa è l’unica lettura possibile da dare al futuro, se i porti italiani vogliono restare… a bordo! In definitiva i porti dell’Adriatico detengono pochi primati e soprattutto mostrano poca attenzione alle vocazioni. Ancona, ad esempio, nel 2010 ha mostrato un +5,2% nel traffico passeggeri e raggiungendo 1.654.821 transiti nell’intero 2010: questo si deve alle crociere, indubbiamente (+80%), ma soprattutto ai 1.518.963 transiti del settore traghetti. E’ a –2,9% il traffico delle merci, rispetto al 2009 (che già perdeva il 7% rispetto all’anno precedente), con un –7,2% delle navi in transito e con un picco negativo, scendendo nello specifico, delle merci rinfuse a –34%. Nel 2010 i porti di Bari, Barletta e Monopoli hanno registrato un calo di passeggeri del 3%, mentre Ravenna è a –1,1% sui container, ma rispetto al 2009 ha segnato un +17,2% nei traffici merci (nel 2009, rispetto al 2008, era in perdita in questo settore del 28%). Venezia viaggia a vele spiegate con tanti segni positivi(merci +3,8%, passeggeri +9,1%), soprattutto per i crocieristi (+12,5%) e Trieste è a +6,8% nei traffici delle merci. Complessivamente i porti dell’associazione NAPA hanno un segno positivo nelle merci (+6%), con una flessione dell’1% nelle rinfuse liquide. Effetto della crisi o inadeguatezza dei porti che sia, certo i segnali di ripresa del 2010 che possono sembrare confortanti, sono niente rispetto alle percentuali in doppia cifra di perdita, registrate nel 2009. Situazione che impone, per forza, una riflessione sul futuro.

Scenes and perspective complementary in order to win
“People can’t live of containers only, but the global competition is played on the containers”, has declared Giacomo Borruso of the University of Trieste talking  about ports and infrastructures for the development
of the traffics that the Italian ports find hard to attract. In the area of the transport of goods by sea, the trend seems to mark the pull through from the crisis, as for the air transport whose data are positive. While the tonnage of the ships grows: the next ones, in shipyard for Maersk, will be able to contain 18.500 containers. Meantime the crisis has mainly hit the ports of transhipment, like Gioia Tauro, Taranto and Cagliari while Ancona and Venice are increasing. If in the Tyrrhenian sea there are3,9 million containers, in the Adriatic sea (included the port of Ancona) there are hardly 1,6 million. The port of Genoa maintains many supremacies, starting from the greater number of the containers moved. Trieste has the supremacy of the liquid bulk, while Ravenna that one of dry bulk. But Genoa also has the greater number of connections, while in all the Adriatic sea there aren’t connections to America and Australia, but only for the Red sea and the East. There are many more connections of short sea shipping, those short range that connect many ports. For example there are many travels towards the hub of Gioia Tauro. But the greater need is not to consider the ports like adversaries between them, but like complementary, in order to
catch up the aim of the interception of the traffics of passengers and goods. Tyrrhenian and Adriatic sea are two gateway: that of east area for the Adriatic – Baltic connection while the west for Genoa Rotterdam connection.

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