Pianificazione: Riccardi, verso un piano teritoriale flessibile

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Nuove regole, ed anche un po\’ di coraggio\” servono oggi per sviluppare una nuova normativa urbanistica e pianificatoria, ha sottolineato a Palmanova l\’assessore regionale ai Lavori pubblici Riccardo Riccardi al convegno promosso dall\’INU, l\’Istituto nazionale di Urbanistica, e dai costruttori edili del Friuli Venezia Giulia (ARCE) sull\’utilizzo dei nuovi strumenti della perequazione, della compensazione e della premialità \”per una nuova politica urbanistica per la città e il territorio\”. Confermando l'obiettivo dell'approvazione del nuovo Piano territoriale FVG "entro la fine della corrente legislatura", l'assessore Riccardi – prendendo soprattutto spunto dagli interventi dei vertici regionali dell'INU, Giorgio Dri ed Eddi Dalla Betta, del presidente regionale dei costruttori, Donato Riccesi, e di Bruno Barel, dell'Università di Padova – ha però evidenziato che il nuovo Piano, atteso da tempo (la "prima edizione" risale addirittura al 1978), non vuole essere "un Piano dei Piani, un unico strumento che pianifichi tutto".
"Seguendo quest'impostazione, quindi, la Regione si è nel frattempo dotata di un Piano delle Infrastrutture, ritenendo fondamentale dotarsi di una norma di programmazione in un campo che risulta strategico per lo sviluppo dell'intero Friuli Venezia Giulia", ha ricordato l'assessore.
Dunque, lo sforzo programmatorio regionale procede attraverso una serie di Piani, "flessibili, adeguabili, aggiornabili, dotati di procedure più snelle", come ha auspicato Riccesi, che ha parlato della necessità di "un'urbanistica più leggera".
Uno sforzo, ha comunque osservato Riccardi, un governo del territorio che si sviluppi su "scala vasta", abile a coniugare nella difesa dei valori territoriali e nella protezione dei suoi elementi peculiari gli interessi sia degli Enti locali che della Regione.
Ed il nuovo Piano territoriale regionale, ha concluso Riccardi, non potrà non tenere conto del recupero, di un nuovo ruolo dei centri storici, grandi e piccoli, "che oggi, anche a causa di scelte attivate in anni ormai trascorsi, sono vuoti, di piazze ed edifici dei centri storici che risultano abbandonati, degradati, impoveriti ed insicuri, mentre potrebbero divenire gli ingredienti, grazie all'intervento privato, di un rinnovato sistema di relazioni sociali".

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